Disuguaglianza e analisi dei dati: come la ricerca può aiutare a ridurre le disparità

Le disparità sociali non ostacolano solo il progresso degli individui e dei singoli Paesi, ma anche delle aziende. In questo contesto è, quindi, indispensabile che imprese e governi promuovano una cultura dell’uguaglianza. In che modo?

Le disuguaglianze – definite come divario misurato in termini di retribuzione, accesso alle risorse e alle diverse opportunità – sono un problema ben noto, ma che purtroppo continua ad aumentare. Se fino al secolo scorso le disuguaglianze erano principalmente tra i diversi Paesi, oggi sono sempre più evidenti a livello nazionale, generando significative disparità tra le diverse fasce della popolazione.

Nonostante ci sia largo consenso sul fatto che le disuguaglianze siano dannose per la crescita e lo sviluppo individuale e collettivo, continuano ad aumentare – soprattutto nei mercati più maturi – rappresentando una delle principali sfide da affrontare a livello globale.

Disuguaglianza: un problema riconosciuto che continua ad espandersi

Dalle discriminazioni di genere ed etniche alle disparità basate su orientamento sessuale, classe sociale, età, religione, disabilità; le disuguaglianze si manifestano in varie forme incidendo non solo sull’accesso alle risorse e su una diseguale distribuzione della ricchezza e del reddito di individui e Paesi, ma anche sui risultati finanziari delle aziende.

È quindi fondamentale tracciare un percorso chiaro verso una maggiore uguaglianza. Infatti, se sono evidenti le pericolose conseguenze delle disuguaglianze, che ad esempio minano la coesione sociale e influiscono negativamente sulla salute e sul benessere, al contrario sono meno noto i vantaggi derivanti dal colmare i divari, come ad esempio accrescere la fiducia dei consumatori.

Molte ricerche condotte da Ipsos negli ultimi anni tracciano un quadro chiaro della crescente preoccupazione per le disuguaglianze. Ad esempio, nell'aprile 2023, il sondaggio IpsosWhat Worries the World” ha rilevato che oltre il 30% delle persone intervistate a livello globale identificava la disuguaglianza come una delle principali preoccupazioni, seconda soltanto all'inflazione.

Le disparità sociali non ostacolano solo il progresso degli individui e dei singoli Paesi, ma anche delle aziende. In questo contesto è, quindi, indispensabile che imprese e governi tengano conto di queste implicazioni di vasta portata e promuovano una cultura dell’uguaglianza. In che modo?

Cultura dell’uguaglianza: il ruolo dei brand e le strategie per il cambiamento

Esiste una chiara motivazione morale per affrontare la disuguaglianza, ma non si deve sottovalutare anche una forte motivazione reputazionale.

La maggioranza dei consumatori (59%) negli Stati Uniti, ad esempio, ritiene giusto che un brand o un’azienda comunichi la propria posizione nel combattere le disuguaglianze. In questo contesto, le aziende hanno ruolo sempre più attivo e molti sostengono che le imprese, ancor più dei governi, abbiano l’opportunità di apportare cambiamenti significativi nella società.

Ad essere più inclini verso questa linea sono soprattutto i giovani. Infatti, emerge un notevole divario tra le generazioni, che evidenzia visioni contrastanti sull'uguaglianza. Le generazioni più giovani sono più propense a vedere la disuguaglianza attraverso una lente identitaria, sottolineando le disparità razziali e di genere.

Il crescente divario di aspettative tra i giovani e i loro predecessori richiede attenzione. Per colmare questo divario aziende e brand devono, quindi, allinearsi ai valori in evoluzione e riconoscere le prospettive uniche di ciascuna generazione. In un'epoca in cui cresce l’attenzione verso le tematiche D&I e si sviluppano piano ESG; brand e aziende devono implementare nuove strategie di innovazione, sfruttare appieno il potenziale dei propri dipendenti e mostrare azioni positive che siano coerenti con i valori aziendali.

In questo documento indichiamo alcune strategie chiave che le organizzazioni possono mettere in atto per creare e promuovere un cambiamento duraturo. Queste includono:

  • Misurazioni solide. Scoprire le disuguaglianze presenti tra i dipendenti attraverso l'analisi dei dati e adottare lenti non tradizionali per identificare le disuguaglianze all'interno delle organizzazioni. L'analisi delle differenze in base al genere, all'etnia, all’orientamento affettivo e sessuale, lingua, all'abilità fisica e al livello di istruzione può mettere in luce i modi in cui la un’organizzazione potrebbe perpetuare pratiche diseguali.
  • Uguaglianza vs. equità. Uniformare le opportunità di avanzamento e affrontare i pregiudizi inconsci nei processi di valutazione. È fondamentale comprendere, sulla base di dati concreti, in che misura i fattori di D&I contribuiscano alle sfide di retention e alle barriere di promozione e progressione all'interno dell'organizzazione.
  • Includere tutti nella conversazione. Impegnarsi in indagini sulle percezioni della cultura e utilizzare i vantaggi dell’analisi qualitativa per comprendere le esperienze legate alla diversità e all'inclusione.
  • Priorità strategica. Sviluppare interventi su misura e fissare obiettivi chiari per colmare le lacune e promuovere una cultura dell'uguaglianza.

La disuguaglianza priva le organizzazioni del pensiero migliore e di approcci diversi alla soluzione dei problemi. L'obiettivo è garantire a tutti la possibilità di contribuire in base alle proprie capacità, di sentirsi valutati in modo equo e di essere retribuiti di conseguenza. Quando il campo di gioco è equo e uniforme, le organizzazioni possono prosperare e affrontare con fiducia il futuro.

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