Illegalità, la pirateria audiovisiva in Italia: una dimensione del fenomeno nell'ultima indagine Ipsos/FAPAV
La pirateria audiovisiva in Italia avanza in termini di audience, ma decresce sotto il profilo della frequenza. A rilevarlo è l'ultima indagine Ipsos, condotta per FAPAV, che ha quantificato le dimensioni del fenomeno e calcolato il danno economico potenziale che ne deriva.
La pirateria audiovisiva in Italia è in piena trasformazione: da una parte si afferma un’offerta legale sempre più ampia e competitiva, dall’altra chi pirata lo fa sempre di più in modo selettivo concentrando il proprio interesse su specifici contenuti. A tracciare una dimensione del fenomeno è la nuova indagine di Ipsos, condotta per FAPAV - Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
Sale al 43% l’incidenza della pirateria audiovisiva tra gli italiani
I dati confermano un aumento, nell’ultimo anno, dell’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta pari al 43%, ma registrano anche un calo rilevante nel numero di contenuti audiovisivi piratati: nel 2021 si stimano circa 315 milioni di atti illeciti (il 24% in meno rispetto al 2019 e, addirittura, il 53% in meno rispetto al 2016).
La pirateria in Italia avanza in termini di audience ma decresce sotto il profilo della frequenza: i film rimangono il contenuto più visto illecitamente (29%), seguono le serie/fiction (24%) e i programmi (21%). Discorso a parte per gli sport live: se nel 2019 per questa tipologia di contenuto la percentuale di fruizione si attestava al 10%, nel 2021 sale al 15%.
Anche tra gli adolescenti si conferma lo stesso trend degli adulti: nel 2021 l’incidenza dei pirati più giovani (10-14 anni) è salita al 51% mentre risulta in netto calo la frequenza degli atti (-20% rispetto al 2019) con una forte preferenza, in termini di contenuti fruiti, di eventi di sport live, seguiti da film, serie/fiction e programmi.
I dati Ipsos mostrano come il fenomeno sia sempre di più digitale: tra le modalità in calo il download/P2P e lo streaming illegale, in forte crescita il numero di chi ha fruito almeno una volta delle IPTV illecite (dal 10% nel 2019 al 23% nel 2021). Si tratta di 11,7 milioni di individui, anche se gli abbonati ad almeno una IPTV illecita sono 2,3 milioni.
Inoltre, in questa edizione, la ricerca ha indagato e anche il fenomeno della condivisione delle credenziali di accesso delle piattaforme legali di contenuti, registrando che al 41% dei pirati è capitato di fruire almeno una volta di contenuti audiovisivi in abbonamento attraverso l’accesso con credenziali altrui non ritenendola una forma di pirateria.
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Il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti audiovisivi è pari a 940 milioni di euro
La pirateria audiovisiva rimane un fenomeno che desta forte preoccupazione anche in relazione alla ripresa del settore audiovisivo dopo i due anni di emergenza pandemica: i dati Ipsos evidenziano come il danno potenziale del fenomeno illegale per quanto riguarda film, serie e fiction è pari a 673 milioni di euro, con quasi 72 milioni di fruizioni perse. Per quanto riguarda, invece, gli eventi sportivi live la stima del danno economico causato dalla pirateria risulta pari a 267 milioni di euro, con circa 11 milioni di fruizioni perse.
Guardando al Sistema Paese, il fenomeno dell’illegalità diffusa nella fruizione di contenuti audiovisivi provoca danni sia in termini di fatturato (circa 1,7 miliardi di euro) sia come Pil (circa 716 milioni di euro) e anche come entrate fiscali per lo Stato (circa 319 milioni di euro). Inoltre, la pirateria non solo è un freno per lo sviluppo ma mette anche a serio rischio l’occupazione: si stima una perdita di posti di lavoro pari a 9400 unità.
Le conseguenze allarmanti non riguardano solo il fronte economico e industriale, ma anche la sicurezza degli utenti. Numerosi sono i rischi, soprattutto se pensiamo all’accesso a piattaforme illegali, legati ad attacchi informatici con violazioni dei dati personali e bancari, oltre ai pericoli sui device attraverso malware e virus.
Sul tema della percezione della pirateria come reato, si registra una crescita della consapevolezza dell’illegalità e dei rischi connessi all’accesso a piattaforme non lecite, anche da parte dei più giovani. Rispetto alle forme di deterrenza dall’indagine Ipsos emerge che il 36% dei pirati si è trovato nell’ultimo anno davanti a siti web illegali oscurati e di questi il 43% ha scelto di ricorrere ad un’alternativa lecita (pay-tv e streaming legale in primis).
Per saperne di più, leggi l'articolo sul sito di FAPAV.