I sondaggi politici di Pagnoncelli: le ultime intenzioni di voto, il gradimento per il governo e la premier Meloni

Le ultime intenzioni di voto degli italiani: Fratelli d’Italia è stimata al 27,6%, il Partito Democratico si colloca al 22,5% e il Movimento 5 Stelle al 13,3%.

Nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato il 2024 e gli elementi divisivi in qualche caso netti che sono emersi nella maggioranza di governo, la solidità dell’esecutivo Meloni sembra confermata. Questo anche (e forse soprattutto) a livello internazionale: il quotidiano statunitense Politico l’ha recentemente incoronata “persona più potente d’Europa” e qualche giorno fa anche Mario Monti la ha definita “figura riconosciuta e affermatasi in breve tempo come uno dei protagonisti”. 

D’altronde le crisi francese e tedesca fanno sì che il governo italiano sia percepito come il più solido tra i grandi paesi fondatori. Qualche difficoltà in più si riscontra a livello nazionale, con segnali di difficoltà economiche (su tutte la crisi del settore automotive), di contrazione della crescita, di tenuta del potere d’acquisto, tutti temi fortemente percepiti dagli elettori. 

Dall’altro lato l’opposizione vede alcuni fenomeni articolati: il PD da una parte emerge come la forza più rilevante della coalizione, confortata dalle vittorie in Emilia-Romagna e Umbria e da una tenuta (inusuale per questo partito) della leadership. Ma dall’altra parte sembra difficile estendere l’alleanza ad altre forze. In particolare, le posizioni del Movimento 5 Stelle, conclusa la costituente e messo da parte Grillo, segnano più distanze che affinità con il partito principale dell’opposizione e il centro moderato sembra sempre più difficile da costruire. In questo senso rimane l’assenza di alternative all’attuale assetto di governo, posto che il PD da solo non può esserlo e la coalizione ‘larga’ per ora non riesce a prendere il volo.

In questo contesto, quali sono le ultime intenzioni di voto degli italiani? E qual è l'indice di gradimento del Governo e la Presidente del Consiglio? Scopriamo di più attraverso l'analisi dettagliata di Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos, presentata sul Corriere della Sera.


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Indice di gradimento Governo e Giorgia Meloni

L’apprezzamento per il governo è, a conclusione di quest’anno, stimato a un indice di 41 (si tratta della percentuale di chi dà giudizi positivi su chi esprime un’opinione, esclusi quindi i non sa), con un calo di tre punti rispetto a un anno fa e di 13 punti rispetto all’insediamento. Segnale indubbio di raffreddamento dell’apprezzamento, ma va tenuto conto che, rispetto ai governi recenti che sono durati almeno due anni la contrazione è meno consistente: il Berlusconi IV (2008-2011) aveva perso 16 punti, il governo Renzi (2014-2016) 23. 

Molto simile la situazione relativamente alla Presidente del Consiglio. Il gradimento di Giorgia Meloni è oggi stimato al 42, con una perdita di due punti nell’anno e di 16 punti rispetto al momento dell’insediamento. Si conferma quindi il più volte sottolineato allinearsi della Presidente alla valutazione del governo. 

Se si considerano poi le analoghe valutazioni dei Presidenti del Consiglio dei due governi durati almeno due anni, Berlusconi perde 10 punti dall’insediamento (ma la sua valutazione iniziale, a differenza di quanto avviene per Giorgia Meloni, era sensibilmente inferiore a quella del suo governo), mentre Renzi perde 22 punti. 

Nel corso dell’anno le contrazioni più rilevanti nel consenso di esecutivo e Presidente si registrano nelle classi popolari: età medio/alta, bassi titoli di studio e bassa condizione economica, disoccupati, casalinghe, operai. È questo un dato piuttosto tradizionale: sempre, nel momento in cui si passa al governo vero e proprio del paese, la delusione risulta più elevata in questi ceti, più disposti a dare credito alle promesse elettorali.

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Fonte: Ipsos per il Corriere della Sera, 27/12/2024

Le intenzioni di voto

Dal punto di vista delle intenzioni di voto, alla fine del 2024, se confrontate con le elezioni politiche del 2022, le tre forze principali segnalano variazioni apprezzabili. Fratelli d’Italia è infatti stimata al 27,6%, in crescita di 1,6 punti rispetto ai risultati di allora. È un dato che sembra sostanzialmente consolidato, senza apprezzabili variazioni nel corso degli ultimi mesi, confermato dai flussi elettorali rispetto al voto europeo che fanno registrare una fedeltà granitica degli elettorati delle prime tre forze (FDI 89%; PD 90%, M5S 88%). 

Il Partito Democratico si colloca al 22,5%, 3,4 punti sopra il risultato delle politiche, che era stato uno dei punti più bassi raggiunti da questo partito. Anche in questo caso sembra un dato solido, sostanzialmente stabile. 

Il Movimento 5stelle è invece stimato al 13,3%, oltre due punti sotto il risultato delle elezioni politiche, ma più di tre punti sopra le elezioni europee. Nonostante le difficoltà evidenziate sia nelle elezioni europee sia nelle recenti elezioni regionali, il M5S è un soggetto che si esprime al meglio nelle elezioni politiche, poiché alle elezioni europee è penalizzato dall’astensione che colpisce soprattutto il Meridione, dove è più forte, e alle elezioni locali è una forza che storicamente ottiene risultati poco lusinghieri. Quindi possiamo parlare di una contrazione evidente nei suoi consensi, ma occorre aspettare le prossime consultazioni politiche prima di decretarne il declino. 

Infine, tra le forze minori, si conferma l’ottimo risultato di AVS, stimata al 6%, oltre due punti sopra le politiche. 

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Fonte: Ipsos per il Corriere della Sera, 27/12/2024

Se guardiamo alle caratteristiche sociali degli elettori delle forze principali, Fratelli d’Italia conferma di avere un elettorato piuttosto trasversale. I suoi punti di debolezza sono tra i giovani, i laureati, gli studenti. È interessante sottolineare che si tratta di un elettorato un po’ più presente nel Nord del paese, dove sembra in corso un processo di sostituzione del leghismo storicamente prevalente. Il Partito Democratico ha invece un elettorato più caratterizzato: età elevate, titoli di studio alti, pensionati ma anche studenti. È il profilo classico che vediamo da tempo per questa formazione (e prima per DS e Margherita).

Il Movimento5stelle è l’unica delle formazioni politiche a ottenere il livello più elevato di consensi nell’elettorato popolare: tra gli elettori di condizione economica bassa è stimato infatti al 28%, più del doppio del dato generale ed è un elettorato fortemente meridionalizzato. Insomma, questa formazione sembra essere l’unica che pesca in un bacino dove è invece prevalente l’astensionismo (stimato fra gli elettori di bassa condizione economica al 63%, oltre 20 punti sopra la media). Infine, i pentastellati sono molto più presenti tra chi non si colloca nell’asse sinistra/destra (quasi tre volte il valor medio), e sono poi quasi equamente distribuiti tra sinistra, centrosinistra e centro, mentre tendono ad essere poco rappresentati a destra. Sembra quindi che la definizione di “progressisti indipendenti” scelta da Giuseppe Conte sia effettivamente coerente con gli orientamenti del proprio elettorato.

La volatilità elettorale

Rimane infine da dire della volatilità elettorale. Questo tema è sempre più rilevante nel comportamento degli elettori: lo dimostra evidentemente la parabola di leader come Renzi e Salvini. Entrambi ottengono risultati di straordinaria rilevanza, in particolare alle elezioni europee (del 2014 per il primo, del 2019 per il secondo), per poi rientrare bruscamente. 

Oggi il rischio di ‘tradimento’ rimane consistente. Per rimanere ai principali partiti, circa due terzi degli elettori di FDI tiene in considerazione almeno un altro partito per cui potrebbe votare, e questo avviene anche per il 62% degli elettori del Partito Democratico. 

Decisamente più fedeli gli elettori del Movimento 5 Stelle: è l’unica formazione in cui la maggioranza assoluta non prende in considerazione nessun’altra forza, a conferma della particolarità di questo elettorato che, come abbiamo visto, fatica a ritrovarsi nella classica arena politica. I potenziali tradimenti però rimangono normalmente nell’area politica di riferimento. Sia per Fratelli d’Italia, sia per il PD, si scelgono partiti di area (Lega e Forza Italia per gli elettori FDI; AVS e M5S per gli elettori PD), mentre sono decisamente pochi coloro che si sposterebbero su forze di diverso orientamento.

In conclusione, le difficoltà che avevamo evidenziato lo scorso anno per esecutivo e Presidente del Consiglio sembrano certamente ridursi. Il processo di erosione dell’apprezzamento, pur mantenendosi, si contrae e fa dire che tutto sommato il governo attuale è uno di quelli che, nei tempi recenti, esprime le performance migliori. Questo, lo abbiamo detto, anche grazie a un riconosciuto posizionamento internazionale, elemento che un tempo sarebbe stato tutto sommato secondario, ma che oggi assume valenza rilevante in un contesto globale decisamente turbolento. 

La solidità della compagine di governo deriva anche dalla sempre più evidente assenza di un’alternativa praticabile. Certo il PD conferma sostanzialmente la propria forza e la propria prevalenza nell’area dell’opposizione, ma lo smarcamento del Movimento 5 Stelle e la debolezza delle forze centriste non fa intravedere sbocchi a breve. E questo nonostante il buon esito delle elezioni regionali. Insomma, per ora, ma probabilmente per un tempo non breve, l’assetto attuale continuerà a prevalere. 


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