25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2024: la violenza sul lavoro in Italia

Il report WeWorld-Ipsos su molestie e violenze sul lavoro: il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici ha assistito ad abusi, mentre il 62% delle donne non denuncia per paura di perdere il lavoro.

La violenza sul luogo di lavoro è un fenomeno allarmante e diffuso in Italia, come emerge dal recente report "Non staremo al nostro posto" realizzato da WeWorld in occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il rapporto presenta anche il sondaggio di opinione Ipsos, svolto in collaborazione con WeWorld, su molestie e violenze sul lavoro, che offre uno sguardo concreto e attuale sul fenomeno, in cui si riflettono le tante testimonianze di persone provenienti da diversi contesti sociali, a conferma della natura trasversale del problema. 

Tra i dati più significativi, spicca che il 60% di lavoratori/lavoratrici è a conoscenza di episodi di violenza avvenuti nel proprio ambiente di lavoro e il 71% di micro-aggressioni. La violenza verbale (56%), il mobbing (53%) e l'abuso di potere (37%) emergono come le forme più diffuse di abuso. Inoltre, il fenomeno della mancata denuncia è molto diffuso, con il 62% delle donne che non segnala gli abusi per paura di perdere il lavoro

25 Novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2024

Ogni anno il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. Da quel momento in poi Governi, organizzazioni internazionali e ONG sono stati invitati a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.

La data della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne segna anche l'inizio dei "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere" antecedenti alla Giornata mondiale dei diritti umani - che si celebra il 10 dicembre - per sottolineare come la violenza contro le donne rappresenti una violazione dei diritti umani.


Vuoi rimanere aggiornato con tutte le ultime novità e pubblicazioni provenienti dal team Ipsos in Italia e dal mondo? Iscriviti ora alla nostra Newsletter!


Violenza sul luogo di lavoro: percezioni, esperienze e conseguenze

L'indagine ha rivelato un quadro dettagliato delle diverse forme di violenza presenti nei luoghi di lavoro

Secondo i dati raccolti, la violenza verbale emerge come la forma più diffusa, segnalata dal 56% degli intervistati; seguita dal mobbing, con il 53% delle segnalazioni, e dall’abuso di potere, con il 37% delle segnalazioni. La violenza fisica (10%), lo stalking (6%) e la violenza online (2%) completano il quadro, ricordandoci che il problema si manifesta in molteplici forme.

Per quanto riguarda la percezione della gravità, le molestie sessuali sono considerate la forma più seria di violenza dal 52% degli intervistati, seguite dal mobbing (37%) e dalla violenza fisica (34%). 

Infine, emerge una disparità di genere significativa: la percezione generale è che le donne siano più frequentemente vittime di quasi tutte le forme di violenza rispetto agli uomini, a eccezione della violenza fisica e del bullismo.

In merito all’esperienza della violenza sul luogo di lavoro, il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici ha dichiarato di essere a conoscenza di episodi di violenza nel proprio ambiente di lavoro. Il 42% ha assistito e/o subito a episodi di violenza sul posto di lavoro e il 22% ha subito violenza sul posto di lavoro almeno una volta nella vita (tra le donne il dato sale al 28%). 

I principali responsabili di questi comportamenti sono soprattutto capi (42%) o colleghi uomini (35%), seguiti da colleghe (22%) e cape donne (13%). Infine, una donna su due -tra quelle che hanno subito violenza sul luogo di lavoro- indica il capo uomo come autore della violenza.

Quali sono le principali conseguenze della violenza sul luogo di lavoro? Stress e ansia burnout sono le conseguenze più comuni della violenza sul lavoro, segnalate dal 56% delle persone intervistate, seguite dal burnout (33%), diminuzione dell’autostima (30%), dimissioni (25%) e depressione (21%). In particolare: 

  • il 37% delle donne ha sperimentato il burnout dopo le violenze sul lavoro;
  • il 25% degli uomini ha avvertito un calo della produttività dopo le violenze sul lavoro;
  • il 25% del campione intervistato ha dato le dimissioni dopo violenze sul lavoro;
  • il 14% è stata licenziata/o in seguito a violenze subite sul luogo di lavoro.

Perché non si denuncia?

Un aspetto particolarmente allarmante emerso dallo studio riguarda la mancata denuncia degli abusi. Tra le ragioni principali per cui chi subisce violenza non denuncia l'accaduto è la paura di perdere il lavoro, sentimento condiviso dal 59% del campione e sale al 62% tra le donne

A seguire: il 53% esprime timore di ritorsioni da parte di chi ha commesso la violenza, mentre il 41% pensa che denunciare non servirebbe a nulla.

Per il 26% delle donne, il motivo principale per non denunciare è il timore di non essere creduta. Per quasi due operaie su tre (65%) il motivo principale per non denunciare una violenza subita sul luogo di lavoro è il timore di perdere il posto.

Inoltre, due persone su tre (67%) che hanno assistito o subito violenza sul lavoro non si sono sentite tutelate dalla propria azienda, con una percentuale più alta tra le donne (80%).

Infine, il report mette in luce anche il fenomeno delle micro-aggressioni. Il 71% delle persone intervistate ha assistito o subito almeno una micro-aggressione sul posto di lavoro. Di queste, il 58% ha dichiarato di esserne stata vittima diretta

Il 37% delle donne ha subito episodi di mansplaining sul luogo di lavoro e più di una donna su quattro (27%) ha subito sguardi o avances inappropriate. I principali responsabili delle micro-aggressioni sono colleghi (38%) e capi uomini (37%), seguiti da clienti uomini (14%) e da colleghe donne (12%).

Una persona su cinque (21%) ha subito micro-aggressioni da parte della clientela. Sono soprattutto giovani lavoratori e lavoratrici a riportare una maggiore esposizione a micro-aggressioni da parte di clienti (34% rispetto al 21%) ed estranei (33% rispetto al 17%).

Cosa si può fare per migliorare la situazione? Lavoratori e lavoratrici suggeriscono alcune soluzioni, come: l'istituzione di sanzioni per comportamenti violenti (37%), una gestione più efficace delle segnalazioni (37%) e la possibilità di denunciare in modo anonimo (32%).

Scarica il report completo

Società