Ipsos Education Monitor 2025
Il back to school 2025 è già realtà per molti studenti italiani. Dopo il suono della prima campanella nella provincia di Bolzano l'8 settembre, il rientro a scuola prosegue a ritmo serrato in tutto il Paese: la maggior parte delle regioni italiane vedrà gli studenti tornare sui banchi il 15 settembre 2025, segnando l'inizio ufficiale del nuovo anno scolastico 2025-2026 per milioni di bambini e ragazzi.
In questo momento cruciale di ritorno in classe, mentre famiglie e istituzioni si preparano ad affrontare le sfide educative del nuovo anno, assumono particolare rilevanza i dati emersi dal nostro nuovo studio.
La terza edizione dell'Ipsos Education Monitor, pubblicata in vista dell'inizio della scuola a settembre 2025, esplora le percezioni delle persone in 30 Paesi riguardo al proprio sistema scolastico, alle sfide che affrontano scuole e giovani, e al ruolo della tecnologia nell'istruzione.
Sistema scolastico: promosso o bocciato?
La maggioranza delle persone in Ungheria (59%), Francia (55%) e Romania (54%) giudica negativamente il proprio sistema scolastico. Opinioni critiche emergono anche in Germania, Spagna, Belgio e Italia, dove solo il 24% approva il sistema educativo nazionale. Al contrario, l'Irlanda si distingue positivamente con il 71% di valutazioni favorevoli, seguita dal Regno Unito (49%).
Le principali criticità includono programmi scolastici obsoleti, formazione inadeguata degli insegnanti e mancanza di finanziamenti pubblici. In Italia, è citata anche l’inadeguatezza delleinfrastrutture.
Salute mentale: la principale sfida per i giovani
Con l'avvicinarsi del nuovo anno scolastico 2025-2026, il 33% degli intervistati identifica la salute mentale come la sfida principale per i giovani, superando disuguaglianza (28%), bullismo (26%) e social media (25%). Il 53% ritiene che la salute mentale dei giovani nel proprio paese sia in condizioni critiche, con picchi in Cile (73%) e Francia (69%).
Tecnologia nelle scuole e divieto di accesso ai social media
Mentre l'Australia si prepara a diventare il primo paese a vietare l'accesso ai social per i minori di 16 anni, l'indagine Ipsos mostra che in tutti i 30 paesi esaminati c'è una maggioranza favorevole all'introduzione di limiti d'età.
Il 71% delle persone intervistate ritiene che i minori di 14 anni non dovrebbero accedere ai social media, anche al di fuori del contesto scolastico. Tra i genitori con figli in età scolare, la percentuale aumenta al 74%. L'Italia si distingue particolarmente in questa tendenza, posizionandosi al terzo posto con l'83% di favorevoli al divieto, ben sopra la media internazionale.
L'approccio all’uso della tecnologia nelle scuole varia significativamente tra i paesi. L'Italia emerge tra le nazioni più severe: si posiziona al 3° posto per il, già citato, divieto dei social media agli under 14; al 4° posto per il divieto degli smartphone (67% favorevole) e al 5° posto per il divieto dell'AI inclusa ChatGPT (46% favorevole).
Storia e matematica: le materie più amate (e più odiate)
Le persone, a livello internazionale, citano storia come la materia che più hanno apprezzato durante gli anni scolastici, seguita da matematica e scienze. In particolare, la matematica si rivela una materia divisiva. Pur essendo la seconda materia più amata, con il 30% di preferenze, risulta anche prima nella classifica delle più detestate, citata dal 37% dei rispondenti.
A Singapore la matematica è sia la materia preferita che quella meno amata, in Italia troviamo una situazione uguale alla media dei 30 Paesi.
Il divario di genere nelle preferenze scolastiche si sta riducendo
Un trend positivo internazionale per l'inizio scuola 2025: mentre tra i Baby Boomers persiste una netta distinzione tra le materie preferite dai ragazzi (scienze, matematica) e quelle preferite dalle ragazze (lingue, letteratura), tra le generazioni più giovani questo divario si riduce notevolmente, fino a diventare quasi inesistente per scienze e matematica.
