l caregiving familiare nel nostro Paese è "Soprattutto donna"
Per quasi 9 donne su 10 il caregiving familiare è una realtà quotidiana e per 1 su 5 di tratta di un impegno sentito come gravoso. Un ruolo che, prima o poi, svolge il 92% tra loro e spesso – nel 31% dei casi – da sole. È quanto emerge da una ricerca condotta da Ipsos per Farmindustria, e presentata questa mattina a Roma all’incontro “Soprattutto donna”, promosso in collaborazione con Onda.
Incombenza ancor più intensa quando si tratta della salute dei bambini
Le italiane si destreggiano tra richieste di accudimento in famiglia, interessi personali e – per le occupate – professione, esprimendo limitata soddisfazione (4 su 10 si dichiarano soddisfatte) per il risultato che riescono ad ottenere. E tra le 35-54enni che hanno un’occupazione fuori casa si concentra la più elevata necessità di districarsi tra richieste di cura in famiglia, professione e interessi personali, che si rileva il tasso più alto di frustrazione (57% di non soddisfatte). In particolare, le necessità familiari che ruotano attorno alla sfera della salute, sono in elevata misura di competenza delle donne che sono presenti al momento della prevenzione (66%), vegliano sul percorso terapeutico (65%), sono l’interlocutore privilegiato del medico nella fase della diagnosi (58%), e della terapia (59%). Questa incombenza è ancor più intensa quando si tratta della salute dei bambini, allorchè la donna delega solo in una ristrettissima minoranza di casi al proprio partner la cura (6%) e l’interlocuzione con il pediatra (5%).
Nelle imprese del farmaco welfare a misura di donna
Il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi ha ricordato che nelle imprese del farmaco il welfare aziendale è molto sviluppato, anche più di altri settori. Il 100% delle donne ha a disposizione previdenza e sanità integrativa – grazie sia al contratto collettivo sia alle tante facilitazioni aggiuntive offerte dalle stesse aziende – e il 70% servizi di assistenza, nel 32% dei casi specificamente per i familiari anziani o non autosufficienti. In generale, ha aggiunto, «l’industria farmaceutica è consapevole del ruolo della donna perché, da anni, è “rosa”: la quota femminile è del 42% sul totale, con punte di oltre il 50% nella R&S. Un dirigente su tre inoltre è donna, mentre negli altri settori la quota è di uno su dieci».