Le nuove tecnologie e il futuro dell'engagement per brand e aziende
La nuova rilevazione dell’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos conferma il potenziale delle innovazioni nell'ingaggio dei consumatori nelle attività di marketing, ma sottolinea l'importanza di un uso sapiente che tenga in considerazione diversi fattori.
L'Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos, lanciato nel 2022 su un campione rappresentativo di 1500 a livello nazionale tra i 16 e i 65 anni, esplora le abitudini digitali degli italiani in relazione agli ultimi trend tech e innovazioni. Lo studio offre una visione approfondita e dettagliata delle tendenze tecnologiche che stanno plasmando il nostro futuro digitale.
L'ultima rilevazione ha focalizzato l'attenzione su temi come realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), gamification e intelligenza artificiale, con l'obiettivo di comprendere come brand e aziende possano sfruttare al meglio il potenziale di queste tecnologie emergenti per creare un engagement più efficace con il proprio pubblico.
Realtà Virtuale vs Realtà Aumentata: strategie vincenti per l'engagement
Nel confronto tra Realtà Virtuale (VR) e Realtà Aumentata (AR), la VR risulta la più conosciuta e utilizzata rispetto alla AR, soprattutto tra i Millennials.
Per sfruttare al meglio questo potenziale e costruire engagement di successo per le aziende, l'Osservatorio Ipsos ha identificato tre fattori cruciali:
Garantire la privacy dei dati personali degli utenti durante l'utilizzo.
Evidenziare i benefici di accessibilità ad alcune attività, altrimenti precluse a persone con disabilità.
Dimostrare l'efficienza della VR nelle attività quotidiane, come l’acquisto di prodotti o servizi online.
Nonostante ciò, emerge una sfida significativa: il 38% degli utenti teme che la realizzazione di esperienze o contenuti in realtà estesa (XR) sia un modo per i brand di risparmiare a scapito della qualità. Per superare questa percezione, è fondamentale che le aziende investano in esperienze VR di alto livello, in ambienti tecnologicamente avanzati e user-friendly.
Gamification: un touchpoint promettente?
L'Osservatorio Ipsos rivela che il gaming si sta affermando come un mercato ad alto coinvolgimento. Le motivazioni variano con l'età: per gli adulti è principalmente un passatempo rilassante, mentre per i più giovani (under 40) rappresenta un modo per mettersi alla prova con sfide e sviluppo di nuove competenze.
Il gaming non è un'attività solitaria: molti utenti partecipano attivamente o passivamente a competizioni di gioco allargate, rendendo questi contesti virtuali una piazza ampia e promettente per poter dare visibilità e creare attività coinvolgenti per i brand.
Opportunità inesplorate e ancora tutta da costruire come touchpoint di marketing, perché:
- anche se una persona su due considera il contesto di gioco un terreno fertile per l’advertising, non c’è conversione completa, in quanto ad oggi una piccola percentuale ha effettivamente acquistato prodotti pubblicizzati nei giochi.
- Inoltre, c'è una quota consistente che non percepisce ancora chiari vantaggi della presenza dei brand nei giochi, ma sarebbe disposto a non saltare gli annunci pubblicitari in-game se ricevesse ricompense reali, come sblocco di contenuti, passaggi di livello o potenziamenti temporanei del proprio personaggio.
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Intelligenza Artificiale: opportunità e sfide nel contesto aziendale
L’intelligenza Artificiale (AI) suscita sentimenti contrastanti: da un lato, si pensa possa semplificare i processi; dall'altro, si teme la perdita di posti di lavoro e una minaccia alla creatività.
Nonostante queste preoccupazioni, emerge un dato incoraggiante: la maggioranza si dichiara disposto ad acquisire competenze legate all'AI per integrarla nel proprio lavoro, una percentuale in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni dell'Osservatorio Ipsos.
I settori in cui ci si aspetta un uso più rilevante dell’AI sono:
- Settore medicale: telemedicina e automazione.
- Sicurezza: sistemi di riconoscimento facciale.
- In misura minore il settore di Marketing e comunicazione.
In quest'ultimo ambito, persistono timori riguardo un possibile utilizzo distopico e spersonalizzante dell'AI, con scarsa attenzione alla privacy degli utenti esposti a contenuti generati con AI.
Un valore aggiunto potrebbe essere riconosciuto se, tramite dispositivi VR, i dati raccolti e analizzati con AI offrissero esperienze future più piacevoli o vantaggi concreti. Questo suggerisce una relativa e cauta apertura al suo utilizzo.