Come gli over 50 stanno cambiando le regole del fashion retail

L'indagine Ipsos Doxa, condotta per McArthurGlen. Lo studio, esplora abitudini, valori e comportamenti di consumo della fascia 50-65 anni, rivelando un rapporto con la moda maturo, culturale e profondamente emotivo — lontano dagli stereotipi e sempre più vicino alle logiche di autenticità, qualità e significato.

C’è una generazione che ha attraversato mode, rivoluzioni e cambi di paradigma senza mai perdere il gusto di esprimersi attraverso ciò che indossa. Oggi, gli over 50 non si limitano a “seguire la moda”: la reinterpretano, la piegano al proprio vissuto, la trasformano in un linguaggio personale. Sono i Re-Styler — uomini e donne che vivono lo stile come un gesto identitario, un piacere quotidiano e un ponte tra memoria e contemporaneità.

Dietro l’etichetta anagrafica si nasconde una generazione viva, curiosa, sofisticata e sorprendentemente moderna: persone che vedono nella moda un dialogo con sé stessi e con il tempo, non un semplice guardaroba da aggiornare.

È da questa consapevolezza che nasce la nostra ricerca “Re-Styler – non chiamateli boomer”, condotta per McArthurGlen. Lo studio, che rappresenta la seconda edizione dell’Osservatorio Moda e Generazioni, esplora abitudini, valori e comportamenti di consumo della fascia 50-65 anni, che svela un rapporto con la moda maturo, culturale e profondamente emotivo — lontano dagli stereotipi e sempre più vicino alle logiche di autenticità, qualità e significato.

Per i brand, rappresentano un target strategico: fedeli, con elevato potere d’acquisto, in cerca di esperienze autentiche e coerenti con i propri valori. 

Identikit dei Re-Styler

La generazione over 50 ha saputo reinventarsi nel tempo, costruendo un rapporto personale e profondo con la moda. I Re-Styler vivono lo stile come espressione di sé, come rituale quotidiano e come ponte tra passato e futuro. Un ritratto distante dagli stereotipi, che racconta una generazione curiosa, attenta e autentica.

È una generazione che ha un legame profondo e storicizzato con la moda, ma che pone un’attenzione particolare alla contemporaneità e alla trasformazione. Per molti di loro, lo stile è unicità ricercata con grande interesse: capi e accessori non sono solo oggetti, ma custodi di memorie. Il lusso si traduce in qualità dei tessuti, cura dei dettagli ed esclusività vissuta con naturalezza.

I Re-Styler si distinguono nei comportamenti d’acquisto dalle generazioni più giovani: amano scegliere con cura i loro capi attribuendo un’importanza fondamentale alla qualità (44%) e spesso preferiscono i negozi fisici (49%), dove ritrovano l’interazione umana, e dove l'esperienza sensoriale gratifica ed eleva l'atto dell'acquisto

Moda come espressione di sé

Per i Re-Styler, la moda va ben oltre l’aspetto estetico: è gusto (52%), identità (41%) e benessere (41%).
È un modo per raccontarsi, per restare al passo con i tempi e per prendersi cura di sé. Il guardaroba diventa uno spazio emotivo, dove convivono capi amati e nuovi desideri, e dove la scelta di cosa indossare è un atto di consapevolezza. D’altro canto, il 42% dichiara di possedere più abiti del necessario, un dato più altro rispetto alle generazioni più giovani (22% GenZ e 31% Millennials), mostrando un accumulo nel tempo come risultato di una connessione personale e radicata con i propri capi, anche una persona su tre dichiara di essere incline al decluttering, soprattutto tra le donne.

Etica e sostenibilità

Contrariamente ai luoghi comuni, i Re-Styler prestano particolare attenzione all'aspetto della sostenibilità (55%) e all’etica della produzione (63%). Solo il 15% è disposto a spendere di più per inseguire le tendenze: ciò che conta è la qualità, con un crescente interesse verso il riuso, il vintage e la riduzione degli sprechi.

Lusso, nostalgia, stile

Il lusso, per gli over 50, è qualità (nei tessuti e dettagli, 55%), eleganza (40%), unicità (28%). È uno stile che dura nel tempo (36%), e racconta una storia. I richiami agli anni ’70, ’80 e ’90 suscitano emozioni positive (49%) e diventano fonte di ispirazione. Seppur consapevoli che siano spesso operazioni di marketing (44%), apprezzano la possibilità che la moda divenga un ponte generazionale (54%), gioco creativo e occasione per esprimere passioni personali (31%), senza trascurare ironia e leggerezza (41%).

Comunicazione tra reale e digitale

Pur essendo presenti sui social, i Re-Styler traggono ispirazione soprattutto dalle vetrine dei negozi (53%), seguite da siti dei brand, pubblicità e riviste (citate rispettivamente da circa il 16%). Instagram e Facebook sono i social più stimolanti (41%), ma con un ruolo meno centrale rispetto alle generazioni più giovani. I contenuti digitali dei brand vengono seguiti con interesse, ma anche spirito critico. Allo stesso modo, le campagne con influencer e linguaggi pop-divisivi, come i memi, possono risultare ambivalenti: apprezzate se ben realizzate, ma talvolta percepite come distanti o escludenti. 

I quattro volti dei Re-Styler

Dalla ricerca emerge chiaramente che non esiste un solo modo di vivere la moda dopo i 50 anni. Al contrario, si delineano quattro profili distinti, che raccontano altrettanti approcci alla moda, al consumo e alla relazione con il passato.

  • NeoClassici (33%): vivono la moda come piacere e cultura personale. Amano la qualità e il dettaglio, e vi trovano un legame profondo con il passato. Reinterpretano suggestioni storiche e nostalgiche per costruire uno stile personale, elegante ma mai rigido, dove ogni capo racconta una storia autentica.
  • Social-Pop (35%): vivono la moda come gioco e linguaggio contemporaneo. Curiosi, dinamici e aperti alle novità, si muovono con naturalezza tra social network e tendenze. Guardano al passato con ironia e leggerezza: le collezioni rétro li divertono e diventano spunti per reinterpretare il presente.
  • Etici (17%): per loro la moda è una scelta consapevole e responsabile. Guidati da valori di sostenibilità e attenzione ai materiali, privilegiano autenticità e coerenza. Diffidano dei richiami al passato, percepiti come operazioni di marketing più che come valori reali.
  • Minimalisti (15%): essenziali e pragmatici, riducono la moda alla sua funzione primaria: vestirsi bene senza eccessi. Comprano solo ciò che serve, scegliendo in base a utilità, comfort e durata. Il loro rapporto con la moda è distaccato, ma riflette un senso profondo di equilibrio e misura.

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