I sondaggi politici di Pagnoncelli: in calo Fratelli d’Italia, inalterato il gradimento di Giorgia Meloni
Questo ultimo mese ha avuto molti avvenimenti degni di nota: dalle guerre, che naturalmente rimangono in primo piano, alla protesta dei trattori, dal lancio del piano Mattei al vertice con i leader africani alle dimissioni di Sgarbi, dall’avvio dell’iter della riforma della Giustizia al giurì d’onore sul Mes, dalle polemiche sul terzo mandato di sindaci e presidenti di regione fino alla recente scomparsa di Navalny.
Scopriamo insieme le ultime intenzioni di voto degli italiani e l'indice di gradimento per il Governo, la Presidente del Consiglio e i leader di partito attraverso l'analisi dettagliata che Nando Pagnoncelli -Presidente, Ipsos- ha presentato sul Corriere della Sera.
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Indice di gradimento Governo e Giorgia Meloni
Anche questa volta le ricadute sulle valutazioni dell’esecutivo e della Presidente del Consiglio sono sostanzialmente inesistenti.
La ripresa degli indicatori registrata a gennaio si conferma anche oggi: la valutazione del governo è infatti stabile, con un indice di 46. Prevalgono le valutazioni negative (48% è critico, 41% ne approva l’operato), ma la contrazione registrata a partire dall’autunno sembra essersi fermata.
Analogo ragionamento vale anche per le valutazioni di Giorgia Meloni, che recupera in parte la contrazione dell’ultimo mese, con un indice di 47, sostanzialmente analogo a quello del governo.
Le intenzioni di voto: in calo Fratelli d’Italia al 28,2%
Più interessanti, questo mese, le indicazioni che provengono dalle intenzioni di voto. Fratelli d’Italia continua a segnalare qualche erosione, e oggi si colloca al 28,2% dei voti validi. Si tratta del risultato più basso dalle elezioni politiche. Significa anche che non c’è una diretta corrispondenza tra le valutazioni sulla Presidente e il comportamento di voto.
Ma l’elemento più interessante è la competizione fra Lega e Forza Italia. Il sorpasso di Forza Italia sulla Lega sarebbe un cambiamento importante negli equilibri della coalizione di governo e, presumibilmente, uno smacco pesante per Salvini. Oggi i due partiti risultano, nelle stime, molto vicini: la Lega all’8,3%, con una perdita di pochi decimali rispetto allo scorso mese, Forza Italia al 7,9%.
Salvini non riesce a risalire la relativa contrazione degli ultimi mesi e probabilmente anche le ultime uscite, tra cui quella su Navalny, non favoriranno questo obiettivo. Tajani ha invece mantenuto un profilo europeista e atlantista molto fermo e ha, naturalmente, accentuato le posizioni ‘popolari’ prendendo nettamente le distanze da alcune derive salviniane. Posizionamento che sembra pagare.
Nel centrosinistra la situazione segnala un arretramento netto del Partito Democratico, oggi stimato al 18,3%, 1,4% in meno dello scorso mese. Nonostante alcune mosse azzeccate della segretaria, come ad esempio l’esito della mozione su Gaza in Parlamento, il PD non riesce nel processo che abbiamo più volte sottolineato, riconquistare vaste fette dell’elettorato di sinistra e sottrarre consensi all’alleato/rivale M5S.
In difficoltà anche +Europa, con un calo dello 0,7%, mentre è stabile AVS. Il Movimento 5 Stelle segnala invece una crescita dello 0,8% e arriva al 17%: il posizionamento di Conte, la sua visibilità e anche, appunto, i distinguo rispetto al PD, riescono a mantenere la formazione su livelli importanti di consenso. Azione è stabile al 3,3%, mentre si riscontra il piccolo ‘controsorpasso’ di Italia Viva, al 3,6%.
Indice di gradimento per i leader di partito
La classifica dei leader di partito non si modifica apprezzabilmente: al primo posto Tajani, che fa crescere il suo indice di due punti coerentemente con quanto già detto. A seguire gli altri, con variazioni minime e non apprezzabili, salvo Calenda che a sua volta cresce di due punti. È probabile che le sue posizioni su Navalny e la polemica con Salvini siano state apprezzate, pur non riuscendo a ricadere sul consenso per il partito.

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