Democrazia e pace: italiani preoccupati, ma fiduciosi nei valori democratici
La terza rilevazione dell'Osservatorio ItaliaInsight sullo stato della democrazia, realizzato in collaborazione con Polidemos - il Centro per lo studio della democrazia e dei mutamenti politici dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - rivela uno stato di salute precario per la democrazia italiana, ma con fondamenti che ancora resistono.
La ricerca evidenzia anche come gli italiani siano sempre più consapevoli della necessità di costruire percorsi di pace, individuando nella promozione dei regimi democratici nel mondo e il rafforzamento del libero scambio commerciale le chiavi per raggiungere questo obiettivo.
I dati preoccupanti sulla percezione democratica
L'indagine, presentata il 29 ottobre presso l'Università Cattolica durante il convegno "Democrazia e pace", rivela un peggioramento di alcuni indicatori chiave rispetto alla rilevazione dello scorso anno.
Si rafforzano, nella maggioranza degli italiani, i sentimenti critici verso la classe politica, le pulsioni "complottiste" e la sfiducia nei confronti dei mezzi di comunicazione. A questi segnali si aggiunge la persistente convinzione che la politica non abbia più margine di manovra rispetto ai mercati. Ma il dato più allarmante riguarda la crescente insoddisfazione per come funziona la democrazia nel nostro Paese.
«Il 53% si dichiara d’accordo con l’idea che la democrazia funzioni male e che sia necessario cercare un modo diverso di governare l’Italia», ha dichiarato Andrea Scavo, Director Public Affairs Ipsos Doxa. «Sappiamo però che questo malessere non sfocia nell’adesione ad una visione leaderistica e autoritaria della politica: la maggioranza degli italiani vorrebbe vedere invece una democrazia più evoluta e rafforzata, con un maggiore coinvolgimento dei cittadini».
No-profit, Chiesa e Università protagonisti degli sforzi di pace
Un nuovo elemento di questa rilevazione riguarda il focus sulla pace e sui suoi protagonisti.
I dati rivelano come gli italiani riconoscano chiaramente il ruolo svolto per la pace da parte di diversi attori. Al primo posto si collocano le organizzazioni no-profit, seguite dalla Chiesa cattolica, il mondo dell'associazionismo e le Università.
Quest’ultime svolgono un ruolo importante educando al dialogo e al confronto costruttivo - aspetto sottolineato soprattutto dai più giovani - attraverso le collaborazioni internazionali tra gruppi di ricerca e lo stimolo al dialogo interculturale e interreligioso.
La “ricetta per la pace” globale
L'indagine rivela che per gli italiani la strada verso una pace duratura si basa su due pilastri fondamentali:
1. La promozione dei regimi democratici nel mondo- con la convinzione che non sia possibile una pace stabile in presenza di numerosi regimi non democratici
2. Il rafforzamento del libero scambio commerciale - accompagnato però da meccanismi di riequilibrio del sistema economico globale per garantire maggiore equità ed evitare il rafforzamento di ingiustizie strutturali.
Infine, un dato significativo riguarda l'atteggiamento verso le spese militari: gli italiani si mostrano fortemente contrari a un loro aumento, soprattutto se questo dovesse comportare tagli alle risorse destinate a servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione.