Elezioni Europee 2024: analisi e prospettive post-voto
Il voto europeo, recentemente conclusosi, sembra essere dominato da tre elementi forti: scarsa partecipazione, rinascita del bipolarismo e ‘terze forze’.
Approfondiamo questi e altri aspetti in un nuovo articolo, a cura di Nando Pagnoncelli e pubblicato sulle pagine del Corriere della Sera, in cui analizziamo i risultati delle recenti elezioni europee in Italia e le loro possibili conseguenze per il panorama politico nazionale.
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Scarsa partecipazione
Le elezioni europee in Italia sono state caratterizzate da una scarsa partecipazione: quest’anno ha votato il 49,7% del corpo elettorale, con un calo di oltre sei punti rispetto alle ultime consultazioni europee.
Per la prima volta, in una consultazione nazionale, ha partecipato meno della metà degli elettori. Il drammatico calo registrato alle consultazioni politiche del 2022 si conferma e il rapporto con la politica degli italiani sembra sempre più ridursi ad un optional.
Rinascita del bipolarismo
In secondo luogo, abbiamo assistito alla rinascita del bipolarismo, come sottolineato da molti osservatori. Fratelli d’Italia e Partito democratico ottengono insieme circa il 53% dei voti validi. Un dato importante ma, se lo riportiamo alla partecipazione, insieme ottengono solo poco più del 25% degli elettori.
Da considerare anche il fatto che questo bipolarismo è un portato delle scelte degli elettori più che della politica, per quanto aiutate dalla polarizzazione prodotta dalle scelte delle leader dei due principali partiti che hanno voluto appunto individuare la competitor l’una nell’altra.
‘Terze forze’
Infine, l’ultimo aspetto da sottolineare è quello relativo alle ‘terze forze’. Sia il Movimento 5 Stelle, sia soprattutto le forze moderate (Azione e Stati Uniti d’Europa) hanno ottenuto risultati decisamente poco soddisfacenti. E infine si è prodotta una ridefinizione dei rapporti di forza nella maggioranza, con il sorpasso di Forza Italia sulla Lega.
Se guardiamo al dato continentale, che vede la crescita di forze di destra come il Rassemblement National in Francia e AFD in Europa, tra gli elettori italiani emerge qualche preoccupazione relativa al fatto che ci siano dei rischi per il progetto dell’Unione Europea (lo pensa il 36%, con le punte massime nelle forze di opposizione).
D'altro canto, molti ritengono che complessivamente non ci siano grandi rischi poiché le forze europeiste rimangono comunque maggioritarie (28%).

Fonte: Ipsos per il Corriere della Sera, 16/06/2024
Percezioni sulla vittoria e sulla sconfitta
Nel nostro Paese la vittoria spetta, nella valutazione dei nostri intervistati, innanzitutto a Giorgia Meloni, che ha saputo migliorare le performance della sua formazione anche rispetto al dato delle elezioni politiche. Lo pensa esattamente la metà degli italiani.
Al secondo posto, pur se distanziata, Elly Schlein, cui assegna la vittoria quasi il 30% degli italiani, a conferma del ‘bipolarismo’ di cui abbiamo parlato. D’altronde Elly Schlein non era presente in tutte le circoscrizioni e guida un partito decisamente più ‘plurale’.
Gli altri contendenti raccolgono poche citazioni, con l’eccezione di Antonio Tajani, indicato da poco meno del 10%. E d’altra parte Forza Italia ha ottenuto risultati interessanti, migliorando il proprio risultato rispetto sia alle europee che soprattutto alle politiche, anche in assenza del fondatore.
Relativamente ai perdenti, la classifica vede in testa Giuseppe Conte (29%), seguito da Matteo Renzi (23%), Matteo Salvini (19%) e Carlo Calenda (12%). Una valutazione sostanzialmente rispondente alla realtà, trattandosi di forze ridimensionate, pur in varia misura, rispetto alle elezioni politiche o rispetto alle precedenti europee.
Oppure, come Stati Uniti d’Europa, che non sono state in grado di raggiungere la soglia per essere ammesse al Parlamento Europeo.
Prospettive per la maggioranza e l'opposizione
Se guardiamo alla compagine di governo, la percezione prevalente degli italiani (56%) è che i risultati delle europee produrranno una maggiore coesione dell’esecutivo, ma il 44% è di parere opposto.
A questo proposito le opinioni degli elettori della maggioranza sono radicalmente diverse rispetto a quelle degli elettori dell’opposizione, ad indicare che si tratta più di auspici che di previsioni. E il 57% prevede che si produrrà una radicalizzazione degli atteggiamenti delle forze di maggioranza, per quanto in realtà la forza più radicalizzata, la Lega, sia stata superata da Forza Italia che ha un posizionamento più moderato.
Sembra quindi che il bipolarismo cui accennavamo abbia come conseguenza, nella percezione relativamente prevalente, un accentuarsi delle distinzioni. Percezione forse comprensibile, ma che dovrà passare la prova della nomina della Commissione Europea, iter difficoltoso che richiede equilibrismi e accordi importanti.
Per le forze di opposizione le prospettive percepite sono decisamente più articolate: se il 22% pensa che si andrà verso una coalizione progressista che comprenda PD, M5S e Avs, il 14% prevede un allargamento anche alle forze centriste (Azione, Stati Uniti d’Europa), mentre ben il 17% propende per l’idea che ognuno andrà per proprio conto e il 41% non è in grado di fare previsioni.
Insomma, le prospettive post voto europeo sono quanto meno complesse. Sappiamo solo che forse l’ambito della competizione percepita tende a restringersi, almeno per ora, alle leader delle due forze maggiori.
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