Elezioni Regionali 2025 Veneto: sondaggio Ipsos Doxa, candidati e temi chiave
Il Veneto si prepara alle Elezioni Regionali: le intenzioni di voto, emerse dall'ultimo sondaggio Ipsos Doxa, indicano una riconferma del centrodestra con ampio margine. Le urne saranno aperte domenica 23 e lunedì 24 novembre, in una tornata elettorale che vede sfidarsi principalmente Alberto Stefani per il centrodestra e Giovanni Manildo per il campo largo.
Mentre il centrodestra appare nettamente favorito per la presidenza, la vera competizione si gioca all'interno della coalizione di maggioranza, con un testa a testa tra Lega e Fratelli d'Italia per il primato nella regione. Analizziamo i dati del sondaggio, i temi chiave e il contesto di queste elezioni.
I principali candidati alla presidenza
La competizione vede cinque candidati principali per la guida della Regione:
- Alberto Stefani: sostenuto dal centrodestra. Deputato, vicesegretario della Lega nazionale e segretario della Liga Veneta. La sua candidatura è arrivata dopo le tensioni per il mancato terzo mandato di Zaia e i malumori di FdI che chiedeva un proprio esponente.
- Giovanni Manildo: candidato per il campo largo, che unisce centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Ex sindaco di Treviso, la sua candidatura è stata annunciata da tempo.
- Riccardo Szumski (Resistere Veneto).
- Marco Rizzo (Democrazia Sovrana e Popolare).
- Fabio Bui (Popolari per il Veneto).
A livello di notorietà, i candidati principali non sono ancora conosciutissimi: Stefani è noto al 58% degli intervistati, Manildo al 43% quasi ex aequo con Rizzo (42%). Questo fa supporre che il voto sarà in buona parte, per ora, veicolato dagli orientamenti politici più che dalla valutazione specifica dei candidati.
Il sondaggio Ipsos Doxa: intenzioni di voto
La rilevazione Ipsos Doxa mostra un vantaggio netto per il candidato del centrodestra.
Intenzioni di voto ai candidati
Le stime sulla presidenza sono chiare:
- Alberto Stefani (Centrodestra) è stimato al 62,8% dei voti validi. Non arriva ai risultati di Zaia, che nella scorsa consultazione ebbe quasi il 77%, ma supera il risultato dello stesso Zaia del 2015.
- Giovanni Manildo (Campo largo) si attesta al 26,9%. Migliora i risultati ottenuti dalla somma di centrosinistra e M5S del 2020 (19,1%) ma non raggiunge il 2015, quando i candidati dell’attuale campo largo ottennero il 34%.
- Riccardo Szumski è al 5,7%.
- Marco Rizzo al 2,7%.
- Fabio Bui all'1,9%.
La forza dei partiti: testa a testa Lega-FdI
Il dato dei partiti vede la Lega al 23,6% e Fratelli d’Italia: 23,2%. Si tratterà di capire se la candidatura di Zaia capolista potrà o meno avere un effetto traino per la Lega nell’ultima parte di campagna.
Seguono Forza Italia all’8,5%, Liga Veneta Repubblica al 5,6% e altre forze della coalizione che, insieme, si attestano al 2,5%.
Nel Campo Largo (centrosinistra e M5S):
- Partito Democratico: 14,8% (in crescita rispetto al 2020 di circa 3 punti).
- Avs (Alleanza Verdi Sinistra): 3,8%, in linea con le Politiche del 2022.
- Movimento 5 Stelle: 2,6% (stabile sul 2020).
- Altre forze della coalizione che, complessivamente, si attestano al 5,2%.
- Forze minori infine ottengono insieme il 10,2%.
I temi chiave per gli elettori veneti
Le preoccupazioni dei cittadini veneti che guidano la campagna elettorale sono:
- Sanità: è il tema principale, citato dal 45% degli intervistati (percentuale che sale al 63% tra gli elettori di Manildo).
- Sicurezza e criminalità: segue al secondo posto con il 25% (tema molto sentito dagli elettori di Stefani).
- Trasporti/mobilità e lavoro/occupazione: entrambi citati da circa un quinto degli intervistati.
Il giudizio sull'amministrazione uscente (Zaia)
L'eredità di Luca Zaia è un fattore chiave: l'amministrazione uscente ottiene una valutazione "davvero lusinghiera", con il 72% di voti positivi contro il 26% di critiche. Il giudizio è trasversale: anche tra gli elettori del principale avversario, il 50% apprezza l'operato di Zaia. Infine, tra gli elettori indecisi, l’apprezzamento per l’operato di Zaia è al 74%.
Analisi: rischio affluenza e previsioni
Un elemento critico di questa tornata è la forte previsione di astensionismo.
- Stima dell'affluenza: la partecipazione al voto vede il 44% degli intervistati sicuri di partecipare e il 16% probabili. Quindi, sulla base di queste indicazioni, l'affluenza stimata si assesta al 48%.
- Il rischio astensionismo: si tratterebbe di un netto calo rispetto al 61% del 2020 (quando si votò anche per il referendum) e al 57% del 2015.
La previsione finale
Il risultato appare ampiamente previsto dall'elettorato: il 54% degli intervistati pensa che vincerà Stefani, contro un esiguo 9% che scommette su Manildo. Come per la Puglia, i dati appaiono "indiscutibili".
I due elementi da tenere sotto controllo saranno l'esito della gara tra Lega e FdI e la tenuta del Movimento 5 Stelle all'interno del campo largo.