Gli italiani e la politica internazionale: la pace come priorità in un mondo instabile

Arrivata alla sua undicesima pubblicazione, l'indagine condotta per ISPI nel contesto dell'Osservatorio "ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale" analizza opinioni, timori e attese dei cittadini italiani riguardo al panorama internazionale dell'anno appena concluso.

A circa dodici mesi dal rientro di Donald Trump alla presidenza americana, con il conflitto ucraino tuttora irrisolto e una tregua precaria a Gaza, i cittadini italiani osservano il 2026 con sentimenti contrastanti di fiducia e preoccupazione

Si rafforza la sensazione di un contesto globale più precario, dove l'Europa si ritrova progressivamente isolata. L'America di Trump non viene più vista come partner fidato, mentre la Russia continua a rappresentare una seria minaccia. In questo scenario, l'Unione Europea emerge come un punto di riferimento importante, anche se senza eccessive aspettative sulla sua effettiva capacità di incidere davvero sulla gestione dei conflitti nel mondo.

Arrivata alla sua undicesima pubblicazione, l'indagine condotta per ISPI nel contesto dell'Osservatorio "ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale" analizza opinioni, timori e attese dei cittadini italiani riguardo al panorama internazionale dell'anno appena concluso.

Alleati: Stati Uniti più distanti, cresce la fiducia verso l'UE

La fiducia verso l'Unione Europea registra un incremento (+48% rispetto al +37% del 2020), mentre quella verso la NATO resta alta ma in calo (dal +53% del 2022 al +41% attuale). 

Il cambiamento più drastico riguarda gli USA: con Trump, Washington passa solido alleato a partner ambiguo, con il differenziale positivo che precipita dal +47% al +19%, diventando appena più affidabili della Cina (in risalita dal –25% del 2022 al +8% di oggi) e suscitano un livello di fiducia addirittura paragonabile a quello riservato alla Russia nel 2020, prima dell’invasione dell’Ucraina.

Trump: giudizio negativo, ma influenza indiscussa

Il 54% degli italiani considera che, a un anno dalla elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti, la situazione mondiale sia peggiorata, e il 46% pensa che anche gli USA stessi ne abbiano risentito negativamente. 

Nonostante questo giudizio critico, Trump mantiene saldamente la prima posizione tra i leader mondiali più influenti (34%, in leggero calo rispetto al 39% dello scorso anno), seguito da Xi Jinping in ascesa (dal 6% all'11%) e Putin in calo (dal 17% al 10%), mentre il Vaticano registra un netto ridimensionamento nel passaggio da Papa Francesco a Papa Leone. 

In generale, i leader di USA, Cina e Russia sono citati da oltre 8 italiani su 10 (nel 2024 erano 6 italiani su 10), tralasciando chi ha risposto “Non saprei”.

La Russia rimane la minaccia principale

Per il quarto anno consecutivo, la Russia è vista come la principale minaccia per la sicurezza mondiale (32%). Seguono Stati Uniti (scelti dal 12% degli italiani, che raggiungono valori più alti quando alla presidenza c’è Donald Trump) e Israele (12%, in forte crescita), mentre la Cina scende al quinto posto (8%) e l’Iran al sesto (4%).

Priorità: la pace prima dell'economia

Il 64% degli italiani indica almeno un avvenimento di pace (Ucraina 34%, Medio Oriente 24%, Sudan 6%) come principale speranza per il 2026. Al secondo posto la crescita economica europea (32%), al terzo il miglioramento delle relazioni tra le grandi potenze del mondo(25%).

Ucraina: metà degli italiani vuole la fine del conflitto a qualsiasi costo

Il 49% desidera la cessazione immediata delle ostilità. Di questi, il 36% accetterebbe che Kiev faccia concessioni territoriali significative, il 13% propone la sospensione dell'assistenza militare occidentale. Solo il 15% sostiene il supporto militare fino al ripristino completo dei confini ucraini.

Medio Oriente: fiducia nell'ONU, sfiducia nell'Europa

Nonostante l’Unione Europea venga considerata il principale alleato dell’Italia, gli italiani non le attribuiscono un ruolo centrale nella gestione del conflitto in Medio Oriente: solo il 4% crede che l'Europa possa garantire la pace nella regione

Prevale la preferenza per soluzioni multilaterali: il 33% indica l'ONU o coalizioni internazionali, il 14% una coalizione di Paesi arabi o alla Lega araba, mentre gli USA ottengono il 9%.

Leggi di più

 

Notizie correlate