Pride Month 2025: favore alle tutele anti-discriminazione, ma in calo il sostegno su alcune questioni LGBT+

L’Ipsos LGBT+ Pride Report approda alla sua quarta edizione. L’indagine, condotta in 26 paesi, ha monitorato l'opinione pubblica su una serie di tematiche: dal matrimonio tra persone dello stesso sesso agli atleti transgender.

La quarta edizione del Rapporto Ipsos LGBT+ Pride offre una panoramica dettagliata sulle opinioni pubbliche riguardanti i diritti e le questioni LGBT+ in 26 paesi. Il primo rapporto della nostra serie è stato pubblicato nel 2021 e questo ci permette, ora, di monitorare come gli atteggiamenti stanno cambiando nel tempo. 

Nonostante si possa percepire una generale "reazione anti-woke", la realtà è molto più articolata e sfumata. Mentre permane un ampio sostegno per le tutele legali contro la discriminazione, si osservano variazioni significative tra i paesi su altre questioni specifiche. Ad esempio, il sostegno alle coppie dello stesso sesso che si sposano e adottano bambini rimane forte, anche se non è più così alto come prima. 

Non solo, si registra anche un indebolimento del sostegno ai brand che promuovono attivamente i diritti LGBT+, oltre che una netta mancanza di consenso su una serie di questioni: dalla presenza di un maggior numero di persone LGBT+ sui nostri schermi ai diritti dei transgender in materia di passaporti o bagni. 

Il nostro rapporto, condotto in occasione del mese del Pride 2025, illustra i risultati principali emersi dall'indagine di quest'anno e identifica una serie di domande su cui i brand, i governi e le società in generale dovranno riflettere. 

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Diritti e tutela delle persone LGBT+

In tutti i paesi, compresa l’Italia (79%), la maggioranza ritiene che le persone LGBT+ debbano essere protette dalla discriminazione in ambiti come il lavoro e l'alloggio. 

Tuttavia, quando si tratta di approvare leggi che vietino la discriminazione, si riscontrano maggiori variazioni tra i paesi: il 72% in Thailandia, il 69% in Spagna e il 64% in Italia sostengono tali misure, contro soltanto il 29% in Ungheria e il 27% in Turchia.

Sostegno ai brand che promuovo i diritti LGBT+

Il sostegno alle aziende/brand che promuovono attivamente l'uguaglianza per le persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) si abbassa al 41%, in media in 23 paesi, rispetto al 44% del 2024 e al 49% del 2021. 

Nel 2025, l'opposizione aumenta al 23% dal 16% del 2021. I livelli di sostegno sono più alti si registrano in Thailandia (72%), e pari o superiori al 50% in Spagna, Svezia, Italia, Irlanda, Sudafrica e Paesi Bassi. Si scende al 22% in Corea del Sud e al 21% in Turchia.

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Consenso per le iniziative LGBT+ sul lavoro

Il 38% (nuovo dato, in media in tutti i 26 paesi) è favorevole a programmi/politiche aziendali che supportino/celebrino esplicitamente i dipendenti LGBT+, mentre il 24% si oppone. Questa domanda, aggiunta quest’anno, rileva l’esistenza di un’alta quota di neutrali (39%) sono neutrali, quindi né favorevoli né contrari a queste iniziative sul posto di lavoro.

In Italia il consenso è molto più alto rispetto alla media internazionale, pari al 50%, dopo soltanto Thailandia (61%) e Svezia (51%). 

Sostegno alle unioni tra persone dello stesso sesso

Il sostegno al matrimonio/riconoscimento tra persone dello stesso sesso diminuisce al 69% (in 23 paesi) rispetto 74% del 2021. I livelli più favorevoli si registrano in Spagna (86%), Svezia e Paesi Bassi (entrambi all'85%) e anche nel nostro Paese (80%), dove c’è stato un piccolo aumento di due punti percentuali rispetto allo scorso anno. 

La percentuale di coloro che pensano che alle coppie dello stesso sesso non dovrebbe essere permesso di sposarsi/ottenere alcun tipo di riconoscimento legale aumenta leggermente al 15%, dal 12% nel 2021. Invece, il sostegno alle coppie dello stesso sesso che hanno gli stessi diritti di adottare bambini delle coppie eterosessuali diminuisce di cinque punti, passando al 59% rispetto al 64% nel 2021.

Sostegno agli atleti transgender

Il sostegno agli atleti transgender diminuisce di 10 punti dal 2021. Solo il 22% (in 23 paesi) nel 2025 è favorevole alla partecipazione degli atleti trans in base al genere con cui si identificano piuttosto che al sesso assegnato alla nascita, dato in calo rispetto al 27% del 2024 e al 32% del 2021. 

Si registra un calo anche in Italia, con soltanto il 27% delle persone che si mostra favorevole. L'opposizione è attualmente più forte in Gran Bretagna e Ungheria (entrambe al 61%).

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Generazione Z: divario di genere sui diritti e la visibilità LGBT+

Le donne della Generazione Z continuano a propendere per posizioni liberali. Ancora una volta, le giovani donne sono il gruppo più favorevole a una serie di tutele, diritti e visibilità LGBT+. Ad esempio, il 49% delle ragazze della GenZ sostiene una maggiore presenza di personaggi LGBT in TV, film e pubblicità, contro meno di un quarto degli uomini più anziani (22% degli uomini Baby Boomer e 23% degli uomini della Generazione X).

Al contrario, gli uomini della Generazione Z continuano a divergere dalle donne della stessa generazione. I giovani ragazzi continuano a discostarsi dalle loro coetanee su diverse questioni, allineandosi maggiormente con gli uomini più adulti. Ad esempio, mentre il 59% delle donne della GenZ è favorevole al fatto che le persone LGBT+ possano parlare apertamente del loro orientamento sessuale/identità di genere, il supporto degli uomini della GenZ (38%) è maggiormente in linea con quello degli uomini Millennial (43%) e della Generazione X (44%).

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