Public Benefit: come valorizzare il welfare aziendale e sostenere il reddito dei dipendenti

L'indagine condotta per Bonoos ha indagato conoscenze, atteggiamenti e comportamenti legati ai Public Benefit tra 100 HR Manager di aziende con più di 250 dipendenti.

Milioni di lavoratori in Italia avrebbero i requisiti per accedere a una vasta gamma di bonus e agevolazioni pubbliche destinati a persone e famiglie. Tuttavia, solo una parte di loro è davvero consapevole di queste opportunità. Anche chi le conosce spesso rinuncia a utilizzarle: le procedure sono complesse, la burocrazia scoraggia e la percezione di “non averne diritto” porta molti a non richiedere ciò che spetterebbe loro.

Scarsa informazione, difficoltà amministrative e convinzioni errate alimentano il fenomeno del non take-up, che genera il cosiddetto “welfare non riscosso”. Si stima che, in media, il 40% di chi potrebbe beneficiare di queste misure non lo faccia. In un mercato del lavoro segnato dall’inflazione, da salari in crescita più lenta rispetto alla media europea e da nuove esigenze sociali, la domanda diventa inevitabile: quante risorse stiamo lasciando sul tavolo? E come possono le imprese trasformare i public benefit in un valore concreto per lavoratori e organizzazioni?

Per rispondere, abbiamo condotto – per conto di Bonoos, operatore in ambito HR-tech che integra il welfare aziendale con bonus pubblici per dipendenti– un’indagine su 100 HR Manager di aziende con più di 250 dipendenti. L’obiettivo era analizzare conoscenze, atteggiamenti e comportamenti legati ai Public Benefit, ossia l’insieme di bonus e agevolazioni pubbliche rivolti a persone e famiglie, e valutare il potenziale della loro integrazione nel welfare aziendale. Un ambito ancora poco esplorato ma sempre più rilevante in un contesto in cui sostenere il reddito dei collaboratori rappresenta una leva fondamentale per engagement, retention e benessere.

Public Benefit in azienda

  • I Fringe Benefit risultano la formula più diffusa (76%), seguiti dai Flexible Benefit (44%).
  • Quasi il 20% delle aziende offre già servizi per facilitare l’accesso ai Public Benefit, un ambito in rapida crescita grazie alle nuove piattaforme digitali.

Una nuova fase di sviluppo per il welfare aziendale

  • L’integrazione dei Public Benefit è considerata logica e semplice, soprattutto per le imprese che dispongono già di un portale di welfare.
  • Oltre 6 HR Manager su 10 conoscono i Public Benefit anche senza offrirli ai dipendenti; la consapevolezza sale al 71% considerando l’intero campione.
  • La conoscenza rimane però iniziale: il 75% degli HR Manager non sa quanti bonus siano effettivamente disponibili in Italia. Molti li stimano tra 100 e 200, mentre Bonoos ne ha mappati oltre 1.000, riguardanti famiglia, salute, disabilità, istruzione, mobilità sostenibile, tempo libero e casa.
  • Solo 4 HR Manager su 10 sanno che il valore potenziale dei Public Benefit può superare i 1.000 euro annui pro capite.

Vantaggi win-win con i Public Benefit

  • Il 60% degli HR Manager è disposto a introdurre o mantenere i Public Benefit nel proprio piano di welfare. La propensione aumenta tra le aziende che hanno già iniziato un percorso di integrazione o dispongono di un piano strutturato.
  • Il principale driver è il vantaggio economico per i lavoratori.
  • Tra i benefici percepiti emergono:
    • maggiore soddisfazione dei dipendenti;
    • miglioramento del clima interno (nelle aziende già dotate di piani di welfare);
    • sostegno concreto e misurabile al reddito, generabile senza costi aggiuntivi per l’impresa;
    • rafforzamento e ampliamento dell’offerta di welfare.
  • Quasi 8 HR Manager su 10 ritengono che i lavoratori accoglierebbero favorevolmente l’introduzione di questi servizi.
  • Per i dipendenti, l’accesso ai Public Benefit significa maggiore potere d’acquisto, più supporto alla vita quotidiana e un contributo reale al benessere complessivo.

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