I sondaggi politici di Pagnoncelli: elezioni politiche 2022, l'ultima rilevazione delle intenzioni di voto degli italiani

Nando Pagnoncelli -Presidente di Ipsos- racconta i risultati dell’ultimo sondaggio elettorale Ipsos pubblicati sul Corriere della Sera in merito alle intenzioni di voto degli italiani, in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre.

Le elezioni politiche 2022 del 25 settembre sono ormai alle porte. Guardando alle intenzioni di voto degli italiani, monitorate nel corso delle ultime settimane, abbiamo assistito al predominio di Fratelli d'Italia come prima forza politica, seguita dal Partito democratico, e all'aumento del Movimento 5 Stelle che scavalcando la Lega, è arrivato ad occupare il terzo posto. A due settimane dal voto, cosa sarà cambiato? 

L'ultimo sondaggio elettorale Ipsos -realizzato prima del consueto silenzio demoscopico previsto per legge nei quindici giorni antecedenti la data delle elezioni- mostra alcuni cambiamenti di rilievo, a testimonianza del fatto che la campagna elettorale è entrata nel vivo e gli elettori stanno iniziando a seguirla con più attenzione rispetto a quanto avevano fatto nel mese di agosto. Le variazioni principali riguardano l'aumento di FdI, del M5S e del Terzo polo (Azione e Italia viva) e la flessione del Pd e della Lega.

Nando Pagnoncelli -Presidente di Ipsos- racconta i risultati dell’ultimo sondaggio elettorale Ipsos pubblicati sul Corriere della Sera in merito alle intenzioni di voto degli italiani, in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre.


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Ultimo sondaggio elettorale Ipsos, le intenzioni di voto degli italiani

Il partito guidato da Giorgia Meloni consolida il primato con il 25,1% delle preferenze, facendo registrare una crescita di 1,1% rispetto a fine agosto e di ben 5,1% rispetto a fine giugno. Il Pd con il 20,5% si conferma al secondo posto, perdendo il 2,5% dei consensi. A seguire il M5S che si attesta al 14,5% (+1,1% rispetto a fine agosto) e precede la Lega (12,5%, in calo di 0,9%).

Forza Italia, stabile all'8% e il Terzo polo con il 6,7% (in crescita di 1,7%). Tra le altre forze politiche, ad oggi, supererebbero la soglia di sbarramento del 3% solamente l'alleanza Verdi, Sinistra e Reti civiche (3,4%) e Italexit (3%).

Elezioni politiche 2022, l’analisi dei flussi elettorali

L'analisi dei flussi elettorali mostra che il consenso per FdI proviene in larga misura dalla Lega e da Forza Italia, a cui si aggiunge una quota non trascurabile di elettori che si erano astenuti. Il Pd nelle ultime settimane è apparso in difficoltà, penalizzato dalla crescita del M5S e del Terzo polo e dal rischio di una limitata mobilitazione di una parte del proprio elettorato.

L'aumento del M5S rappresenta una sorpresa, tenuto conto del trend negativo degli ultimi mesi: il posizionamento adottato, la scelta dei temi e il profilo di Conte fanno breccia in una parte dell'elettorato di sinistra e degli astensionisti, soprattutto nelle regioni meridionali e insulari. Il Terzo polo attrae elettori in misura simile dal Pd, dal centrodestra e dall'astensione.

La Lega appare in sofferenza, alle prese con una doppia competizione: da un lato gli avversari del centrosinistra e dall’altro la principale forza alleata che le ha sottratto voti ed esprime posizioni diverse su alcuni temi strategici (contesto internazionale, fisco, scostamento di bilancio).

Nel complesso, quindi, nell'attuale scenario il centrodestra aumenta il proprio vantaggio sul centrosinistra che oggi risulta di quasi 20 punti (46,6% a 27,2%) e anche a livello dei seggi oggi si profila una solida maggioranza assoluta per il centrodestra sia alla Camera sia al Senato.

A due settimane dal voto, appare difficile prefigurare un rovesciamento dei rapporti di forza tra i competitori, tuttavia, non possiamo escludere cambiamenti a livello di singoli partiti, alla luce dell'attitudine di una larga parte dei cittadini a decidere il proprio voto a ridosso delle elezioni.

25 settembre, il profilo degli elettori indecisi e degli astensionisti

A questo proposito appare interessante quantificare la quota di elettori indecisi e astensionisti e descriverne il profilo socio-demografico.

Attualmente gli indecisi rappresentano il 10,1% dell'intero elettorato e l'indecisione è più presente tra le donne (11,2%), tra i più giovani (13,6%), tra i laureati (12,7%) e i diplomati (11,6%), tra gli studenti (22,7%) e tra le persone di condizioni economiche medio alte (12,1%).

L'astensione è oggi stimata al 33,4%: se venisse confermata, si tratterebbe del valore più elevato nell'Italia repubblicana in una consultazione legislativa, in aumento di oltre 6% rispetto al dato delle elezioni del 2018, quando l'affluenza fu pari al 72,9%.

L' astensionismo risulta più diffuso tra le persone meno giovani (40,3%), nelle regioni del centro sud (36%) e in quelle del sud e isole (39,2%), tra i cittadini con licenza elementare o media (42,1%), tra coloro che vivono in condizioni economiche basse (47,3%) o medio basse (40,8%), tra i disoccupati (48,5), le casalinghe (38,4%) e i pensionati (39,6%) e, considerando le persone che hanno un' occupazione, tra gli artigiani e i commercianti (33,6%).

Ma il picco più elevato (70%) si registra tra i cittadini che non si riconoscono nell'asse destra-sinistra e rivendicano una distanza dalla politica, da cui non si sentono rappresentati.

L'area grigia dell'astensione e dell’indecisione rappresenta quindi un bacino di elettorato potenziale molto ampio e contendibile, ma i partiti devono fare i conti con lo scetticismo, la disillusione e il senso di esclusione e di marginalità sociale che alberga nei segmenti sociali sopra descritti. 


Per saperne di più, leggi l'articolo del Corriere della Sera


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