Stress da lavoro: manager sotto pressione e GenZ meno tollerante al malessere emotivo
I leader si valutano meglio di quanto non facciano i loro collaboratori. Questa percezione non affronta solo un tema di equity o stima verso i manager, ma ha conseguenze concrete: engagement, motivazione e benessere psicologico del team ne risentono. Le organizzazioni hanno oggi la responsabilità e la necessità di investire su benessere e leadership consapevole, che diventano una condizione necessaria per sostenere la competitività aziendale nel medio e nel lungo termine.
Lo rivela la ricerca condotta per l’Osservatorio di Mindwork, azienda di consulenza psicologica online in ambito aziendale. Dati che confermano come la qualità delle relazioni e la cultura organizzativa impattino direttamente sul benessere delle persone.
Ma chi si è appena affacciato al mondo del lavoro come vive lo stress? La GenZ porta una nuova visione: i giovani pongono il benessere al centro delle loro scelte professionali e cercano aziende capaci di offrire condizioni sane e significative.
Le principali evidenze
Stress e burnout diffusi
Il 49% dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia sperimenta elevati livelli di stress lavoro-correlato. La situazione è ancora più critica tra i dirigenti, con il 58%. Il fenomeno del burnout si manifesta soprattutto nella sensazione di sfinimento, diffusa nel 40% del campione, e interessa complessivamente oltre sette lavoratori su dieci.
I fattori scatenanti più citati sono il sovraccarico di lavoro e, nel caso dei dirigenti, il senso di impotenza legato alla responsabilità del ruolo. Quando il burnout si presenta, porta a una diagnosi per 1 su 5. I giovani rappresentano la categoria di lavoratori che necessita di più tempo per recuperare: 7,6 giorni di assenza in media, contro i 6,2 degli impiegati nel complesso e i 7,0 dei dirigenti.
Giovani più consapevoli
La Generazione Z registra un livello di benessere elevato nel 36% dei casi, sopra la media dei white collar, che si attesta al 26%. È anche la generazione più propensa a fermarsi in caso di disagio: quasi 1 su 2 (46%) dichiara assenze per malessere emotivo e oltre 6 su 10 (61%) ha lasciato un impiego per tutelare la propria salute psicologica.
Leadership in difficoltà sull’ascolto
Emerge un distacco significativo tra l’autopercezione dei dirigenti e la valutazione dei loro team: se l’84% dei manager si considera in grado di promuovere un clima di fiducia e ascolto, solo il 42% dei collaboratori riconosce questa qualità. Allo stesso modo, mentre l’81% dei leader ritiene di saper riconoscere i segnali di malessere nel team, la percezione dei collaboratori scende al 40%. Questo divario contribuisce a spiegare le difficoltà dei manager nel mantenere alto coinvolgimento e motivazione.
Sfide manageriali
Le principali sfide indicate dai manager sono:
- Mantenere alta la motivazione delle persone (33%).
- Gestione dei conflitti (15%).
- Mantenimento della coesione di gruppo (15%).
Cultura organizzativa e inclusione
Il tema dell’equità e dell’inclusione completa il quadro. Il 49% degli impiegati percepisce la propria azienda come attenta alle pari opportunità, con punte del 69% tra i dirigenti. Tuttavia, solo il 30% si sente libero di parlare apertamente del proprio disagio psicologico. Nonostante ciò, l’impegno dell’azienda nella promozione del benessere psicologico ha un impatto determinante su:
- Retention, per il 59% del campione.
- Motivazione ed engagement, per il 62%.