Un vizio che genera capitale
Ipsos in collaborazione con SDA Bocconi School of Management fornisce interventi su trend e fenomeni sociali, di consumo e di costume. In questo nuovo articolo, approfondiamo il tema dei vizi esplorando i diversi punti di vista dei cittadini nel mondo.
Che cos’è un vizio? Dipende. Sul piano laico dell’analisi sociale, la definizione di vizio è soggetta al relativismo etico di un certo ambiente culturale dove le norme sociali, le leggi di una comunità o la religione dominante influenzano invariabilmente la risposta alla domanda di partenza. Inoltre, al di là delle inevitabili variazioni geografico-culturali, i vizi sono soggetti a mutamenti all’interno di una stessa società: ciò che oggi è considerato disdicevole, può non esserlo nell’immediato futuro.
Il report Ipsos Global Views on Vices fa luce sulle percezioni che si hanno dei vizi. La ricerca è stata condotta su un ampio campione di 27 Paesi del mondo, con tradizioni e culture molto diverse tra di loro: qual è il grado di accettabilità morale in questi Paesi rispetto ad attività svolte con moderazione? Quando, cioè, un certo fenomeno viene considerato lecito ed è quindi privo di impatti dannosi sul singolo o la comunità in cui si manifesta?
I principali risultati del sondaggio di Ipsos
- Se il consumo di cioccolata, di merendine salate confezionate o di soft drink zuccherati trova ampia e generale accettazione in tutti i Paesi oggetto d’indagine, grandi differenze emergono sul fronte degli alcolici. Se il 62% degli intervistati si dice a favore di un consumo moderato di vino e il 61% esprime il medesimo giudizio sulla birra.
- In merito alla fruizione libera della pornografia i più aperti sono i britannici (42% di favorevoli) e i belgi (41%), ma con una media generale di favorevoli ferma al 29% e il 43% di contrari.
- I giapponesi sono i più contrari ai servizi di incontri online (a favore solo il 14% contro il 69% della Svezia) e ai social media (il 36% contro la media del 65%).
- Ampia e diffusa ostilità si riscontra nel consumo di tabacco, di sigarette elettroniche e per quanto riguarda il gioco d’azzardo; il 46% degli intervistati è contrario all’utilizzo di videogiochi violenti.
- Il consumo della marijuana per fini ricreativi è considerato moralmente riprovevole dal 51% degli intervistati (28% i favorevoli). L’Italia si posiziona a metà classifica con il 30% di favorevoli e il 44% di contrari. Mettendo in disparte l’aspetto ludico e ricreativo della marijuana, il 55% degli intervistati ne riconosce però il potenziale terapeutico e il 57% si dice favorevole a suo un utilizzo medico. Il 55% è inoltre convinto che sarà legalizzata per finalità terapeutica da qui ai prossimi 10 anni. In un recente numero della rivista di Ipsos WTF-What the future dedicato all’argomento, emerge come le barriere morali che fino a pochi anni fa osteggiavano l’utilizzo della cannabis stanno via via cedendo il passo a un atteggiamento più aperto e anche più consapevole.
Per maggiori informazioni, leggi l'articolo della rubrica SDA Bocconi Inisght