8 marzo, Giornata Internazionale della Donna 2022: un uomo su tre mette in discussione i benefici del femminismo

In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2022, Ipsos ha esplorato le opinioni dei cittadini in 30 Paesi del mondo, rivelando il loro grado di accordo (o disaccordo) sugli stereotipi di genere e sulle micro violenze online.

Giornata Internazionale della Donna 2022 - 8 marzo - sondaggio Ipsos

 

In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2022, Ipsos – in collaborazione con il Global Institute for Women's Leadership del King's College di Londra – ha condotto un nuovo studio che ha indagato le opinioni dei cittadini in 30 Paesi del mondo, rivelando il loro grado di accordo (o disaccordo) con dei pregiudizi di genere molto comuni e quanto ritenessero accettabile (o inaccettabili) alcuni comportamenti dannosi online.

Giornata Internazionale della Donna 2002, i principali risultati del sondaggio d'opinione Ipsos 

  • Solo due intervistati su dieci negano l'esistenza della disuguaglianza di genere, ma le opinioni sono divise sui benefici del femminismo. 

  • Le preoccupazioni per gli abusi online rimangono, per un uomo su dieci non è inadeguato inviare immagini sessualmente esplicite non richieste. 

  • Quattro intervistate su dieci hanno subito abusi online o hanno visto contenuti sessisti, ma uno su tre crede che molte donne reagiscano in modo eccessivo.
  • Gli atteggiamenti colpevolizzanti nei confronti delle donne vittime di violenza sono tenuti da una minoranza in tutti i Paesi esaminati. 

L'indagine dello scorso anno ha approfondito la percezione della parità di genere nella società post-Covid e il gender pay gap, leggi il report completo del 2021


Giornata Internazionale della Donna 2022 - 8 marzo - Pregiudizi di genere - sondaggio Ipsos

 

Stereotipi di genere: gli uomini sono più propensi a mettere in discussione i benefici del femminismo 

In generale, a livello internazionale, gli uomini sono più inclini, rispetto alle donne, a mettere in discussione l'esistenza della disuguaglianza di genere e i benefici del femminismo. In particolare, il sondaggio Ipsos, condotto in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2022, ha indagato il grado di accordo (o disaccordo) con alcuni pregiudizi di genere molto comuni. Ecco i principali risultati emersi.

  1. La disuguaglianza di genere non esiste.
    Oltre la metà degli intervistati (55%) è d'accordo sul fatto che la disuguaglianza di genere sia un fatto reale, invece, poco meno di 1 persona su 5 è d’accordo sull’inesistenza (18%). Questo è condiviso in misura maggiore dagli uomini (21%) rispetto alle donne (14%). In Italia si registrano percentuali simili alla media internazionale: soltanto il 14% è d’accordo sul fatto che la disuguaglianza di genere non esisti davvero (17% uomini vs. 11% donne).

  2. Oggi la mascolinità tradizionale è minacciata.
    Quasi 3 intervistati su 10 (29%) credono che la mascolinità tradizionale sia oggi minacciata, con una quota prevalente tra gli uomini (33%) rispetto alle donne (25%), e un terzo dichiara di non essere per niente d'accordo (33%). In Russia il 58% dei cittadini è fortemente d’accordo con l’affermazione, invece, in Italia soltanto il 14%.

  3. Il femminismo ha indebolito il potere economico, politico o sociale degli uomini.
    In media, a livello internazionale, quasi un quinto degli intervistati (19%) crede che il femminismo abbia portato gli uomini a perdere potere economico, politico o sociale. Gli uomini mostrano livelli di accordo superiori rispetto alle donne (23% vs. 15%). Tra i 30 Paesi esaminati, l’Italia registra i livelli di accordo più bassi (12%) con il 14% degli uomini che dichiarano di essere d’accordo e soltanto il 9% delle donne. 

  4. Il femminismo fa più male che bene.
    A livello internazionale più di quarto degli intervistati (26%) ritiene che il femminismo faccia più male che bene, sostenuto in misura maggiore dagli uomini (32%) rispetto alle donne (20%), ma più di un terzo (35%) non è d'accordo. In Italia si registrano percentuali simili alla media internazionale: il 21% è d’accordo sul fatto che il femminismo abbia più difetti che pregi, condiviso dal 26% degli uomini e dal 15% delle donne.

Victim-blaming, soltanto una minoranza colpevolizza le donne vittime di violenza 

Dal sondaggio Ipsos, condotto in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2022, emerge anche che gli atteggiamenti colpevolizzanti nei confronti delle donne vittime di violenza sono tenuti da una minoranza, ma soltanto la metà è totalmente in disaccordo con le affermazioni colpevolizzanti.

  1. La violenza contro le donne è spesso provocata dalla vittima.
    In media, a livello internazionale, il 55% degli intervistati non è assolutamente d’accordo sul fatto che la violenza contro le donne sia spesso provocata dalla vittima (soltanto il 15% è d’accordo). I livelli maggiori di accordo si registrano in Malesia (49%) e in Arabia Saudita (35%), invece, la maggioranza degli italiani (68%) ritiene che la violenza contro le donne non sia provocata dalla vittima.
  2. Le donne che affermano di essere state vittime di abusi/stupri spesso inventano o esagerano.
    Quasi un intervistato su sei (15%) pensa che le donne spesso inventino o esagerino le denunce di abuso/stupro e circa la metà (53%) non è assolutamente d'accordo. Gli uomini sono due volte più propensi delle donne a pensarlo (20% vs. 10%). In Italia questa affermazione è condivisa soltanto dal 10% dei cittadini, in particolare dal 14% degli uomini e dal 6% delle donne.

  3. La donna ha l'obbligo di fare sesso con il proprio fidanzato/marito, anche controvoglia.
    Con quest’affermazione i livelli di accordo diminuiscono notevolmente, infatti, soltanto il 9% degli intervistati si dichiara d’accordo. Il 21% delle persone in Romania ritiene che la donna sia obbligata a fare sesso con il proprio fidanzato/marito anche controvoglia e, in particolare, sono le donne ad essere maggiormente d’accordo 28% contro il 15% degli uomini. In Italia, il 76% dei cittadini non è assolutamente d’accordo.


Leggi anche i principali risultati dell'indagine Ipsos, condotta in collaborazione con WeWorld, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2021


 

Giornata Internazionale della Donna 2022 - 8 marzo - Abusi online - sondaggio Ipsos

 

Abusi online: tra gli uomini, gli utenti più frequenti di Internet e le generazioni più giovani c'è maggiore accettabilità 

In generale, a livello internazionale, la maggior parte degli intervistati sostiene che i comportamenti dannosi online siano inaccettabili, ma l'accettabilità è maggiore tra gli uomini, gli utenti frequenti di Internet e le generazioni più giovani. In particolare il sondaggio Ipsos, condotto in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2022, ha indagato il livello di accettabilità (o inaccettabilità) rispetto ad alcuni dei principali comportamenti dannosi che si verificano online.

  1. Inviare messaggi a qualcuno quando non ha risposto ai messaggi precedenti.
    In media, a livello internazionale, il 51% degli intervistati ritiene inaccettabile inviare ripetutamente messaggi a qualcuno, mentre per il 42% è accettabile. L’Italia è il Paese, tra i 30 esaminati, in cui si registra la percentuale più alta di persone che lo ritengono inaccettabile (73%), condiviso dal 24% degli uomini e dal 18% delle donne.
  2. Fare commenti/complimenti non richiesti sul suo aspetto fisico.
    Un quarto degli intervistati pensa sia accettabile fare commenti o complimenti non richiesti sull'aspetto fisico di qualcuno (25%), condiviso in particolar modo in Malesia (49%) e Cina (46%). Gli uomini sono leggermente più propensi a percepirlo come accettabile rispetto alle donne (28% vs. il 22%). In Italia la differenza tra uomini e donne è ancor più marcata, infatti, tra chi ritiene accettabile fare a qualcuno commenti/complimenti non richiesti sul proprio aspetto fisico (27%) si ha una maggior condivisione tra gli uomini (35%) che tra le donne (19%).
  3. Usare un linguaggio generalmente offensivo, sessista o misogeno, razzista, omofobo o transfobico.
    In generale, sia a livello internazionale sia nel contesto italiano, le persone non ritengono accettabile utilizzare un linguaggio che sia offensivo, sessista o misogeno, razzista, omofobo o transfobico. Infatti, in tutti i casi menzionati, percentuali tra l’88% e il 90% degli italiani lo ritiene assolutamente inaccettabile.
  4. Pubblicare online i dettagli personali di qualcuno.
    Anche in questo caso, l’88% degli intervistati a livello internazionale ritiene inaccettabile pubblicare online i dettagli personali di qualcuno. Ciò è ritenuto maggiormente accettabile in Arabia Saudita (20%), Malesia e Cina (17%). In Italia soltanto per l’8% degli intervistati è tollerabile, condiviso in misura maggiore dagli uomini (12%) rispetto alle donne (4%).
  5. Inviare immagini sessualmente esplicite non richieste.
    Meno di un intervistato su dieci (7%) considera accettabile inviare immagini sessualmente esplicite non richieste, condiviso dal 10% degli uomini e soltanto dal 4% delle donne. Le stesse percentuali si registrano anche nel contesto italiano. Invece, in Australia, gli uomini sono quattro volte più propensi delle donne a trovarlo accettabile (20% vs. 5%).
  6. Impersonare qualcun altro online senza il suo permesso o "catfishing".
    Anche in questo caso il contesto italiano e quello internazionale registrano le medesime percentuali: soltanto il 7% degli intervistati ritiene tollerabile impersonare qualcun altro online senza il suo permesso o "catfishing". Gli uomini in Turchia hanno quasi cinque volte più probabilità di trovarlo accettabile delle donne (23% vs. 5%). Invece, è considerato meno accettabile nei Paesi latinoamericani Colombia, Perù e Argentina, così come in Canada.
  7. Condividere online immagini intime di qualcuno senza il suo consenso.
    In media, a livello internazionale, il 91% degli intervistati ritiene inaccettabile condividere online immagini intime di qualcuno senza il suo consenso. In Italia, soltanto il 10% dei cittadini lo ritiene ammissibile condiviso dal 13% degli uomini e dal 7% delle donne.

Molestie online: le donne hanno maggiori probabilità di riceverle e sentirsi colpite da esse

I contenuti dannosi e misogini sono prevalenti online:

  • In media, a livello internazionale, il 45% degli intervistati dichiara di aver subito abusi online o di aver visto contenuti sessisti negli ultimi due anni.
  • Tra gli esempi di contenuti dannosi esaminati, le due forme più comunemente viste sono: commenti/immagini che suggeriscono una superiorità maschile e contenuti che dipingono le donne come causa di molti problemi degli uomini (entrambi al 16%).
  • Le donne sono più propense ad affermare di aver notato questi messaggi. Il 19% delle donne (contro il 13% degli uomini) ha notato commenti/immagini che suggeriscono la superiorità degli uomini, e il 18% delle donne (contro il 13% degli uomini) ha visto commenti/immagini che dipingono le donne come causa di molti problemi degli uomini.
  • In termini di molestie online, le donne hanno maggiori probabilità, rispetto agli uomini, di aver ricevuto molestie sessuali: un quinto (19%) ha ricevuto commenti non richiesti o complimenti sul proprio aspetto fisico e ad una su 10 (11%) afferma che qualcuno ha utilizzato con loro un linguaggio sessista o misogino (rispettivamente contro il 10% e il 5% degli uomini).

Tra le donne che affermano di aver visto commenti/immagini sessiste, il 32% afferma di aver smesso di dire la propria opinione online (contro il 26% degli uomini), il 26% dichiara di aver sperimentato una minore autostima o fiducia in se stessa (contro il 18% degli uomini) e il 18% di aver avuto attacchi di panico, ansia o stress (contro il 13% degli uomini) come risultato degli abusi online

Più di tre quarti degli intervistati (78%, 86% in Italia) crede che le donne non debbano sopportare abusi online. L'accordo è più basso tra gli uomini (74% vs. l'82% delle donne) e le generazioni più giovani (75% degli under 50 contro l'85% degli over 50). Tuttavia, le persone sono divise sul fatto che il modo migliore per le donne di affrontare gli abusi online sia quello di ignorarli, con il 35% d'accordo e il 39% in disaccordo (in Italia, il 29% è d’accordo e il 39% in disaccordo). Più di un terzo degli intervistati pensa che sia principalmente colpa degli uomini se l'abuso online è un problema oggi (35%, percentuale che aumenta al 49% in Italia), e un terzo (33%, percentuale che si abbassa al 20% in Italia) è d'accordo sul fatto che molte donne reagiscono in modo eccessivo a ciò che ricevono online.

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