Elezioni Regionali Lazio 2023, gli ultimi sondaggi politici sulle intenzioni di voto

Regionali Lazio 2023: Nando Pagnoncelli -Presidente, Ipsos- presenta sul Corriere della Sera le intenzioni di voto dei cittadini. Rocca avanti con il 41,2%, seguito da D’Amato con il 34,1% e Bianchi con il 19,6%. Fratelli d'Italia primo partito al 29,5%, Dem al 21,2% e il Movimento 5 Stella al 15,7%.

Domenica 12 e lunedì 13 febbraio si terranno le elezioni regionali in Lazio e Lombardia. I cittadini, delle due regioni più grandi d’Italia, saranno chiamati alle urne per il rinnovo dei Consigli regionali e l’elezione dei rispettivi presidenti di Regione.

Il centrodestra si presenta unito in entrambe le regioni, candidando Attilio Fontana alla riconferma in Lombardia e il presidente della Croce Rossa italiana Francesco Rocca nel Lazio. Le opposizioni giocano, invece, con schemi diversi nei due casi.

«Giallorosso» in Lombardia, con una coalizione a sostegno di Pierfrancesco Majorino che tiene insieme il Pd, il M5S e la sinistra, mentre il Terzo polo candida Letizia Moratti. In Lazio, l’assessore uscente della giunta Zingaretti, Alessio D’Amato, è sostenuto dal Pd e da Azione-Italia viva, insieme ad altre liste di centrosinistra, mentre il Movimento 5 Stelle propone insieme al Polo progressista la conduttrice Rai Donatella Bianchi.


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Regionali Lazio, le priorità dei cittadini e la notorietà dei candidati

Se oltre sette cittadini su dieci si dichiarano soddisfatti della qualità della vita nella loro zona, il giudizio sull’operato dell’amministrazione Zingaretti è più tiepido: in una scala da 1 a 10 solo il 50% dà un voto pari almeno a 6, mentre il 47% si esprime invece in maniera critica.

Nella regione Lazio le priorità tematiche sono date da trasporti e infrastrutture (in particolare a Roma), la sanità (di cui D’Amato è stato assessore in questi anni) e i rifiuti (con la persistenza delle criticità nella Capitale: non a caso il valore medio regionale del 37% delle menzioni sale al 52% tra i romani). Un quadro quindi che non può dirsi favorevole al candidato del centrosinistra che ha governato la regione negli ultimi dieci anni. D’Amato però parte in vantaggio rispetto ai suoi avversari in termini di notorietà: il 61% dichiara di conoscerlo, almeno nominalmente, contro il 47% di Rocca e di Bianchi.  


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Regionali Lazio, sondaggi: le intenzioni di voto

I tre candidati si posizionano su livelli di gradimento tutto sommato analoghi: si va dal 30% di Bianchi al 34% di D’Amato (che però raccoglie anche la percentuale più alta di «oppositori», il 27%, per effetto della sua maggiore notorietà). Rocca piace relativamente di più agli elettori orientati all’astensione, ma beneficia soprattutto della forza e dell’ampiezza della coalizione di centrodestra a suo sostegno.

Nelle intenzioni di voto Rocca è stimato al 41,2%, circa 7 punti sopra D’Amato (al 34,1%). Più indietro Bianchi, che non arriva al 20%. Tra il 2,1% e l’1,2% Rinaldi, Pignalberi e Pecorilli. Ad oggi un elettore laziale su due (47%) non è in grado esprimere un pronostico, mentre il 23% prevede l’affermazione di Rocca, il 17% di D’Amato.

Tra i partiti si confermano gli equilibri già registrati in regione alle scorse Elezioni Politiche del 25 settembre, anche se ogni confronto va valutato con molta cautela tenuto conto della presenza di liste civiche (che rende disomogenea la comparazione) e della astensione di lista (elettori che votano un candidato ma non indicano un partito). Fratelli d’Italia è primo, vicino al 30%, Lega e Forza Italia si collocano su valori tra loro simili, appena sopra il 5%, il Pd si attesta al 21,2%, Azione-Iv al 6,5% e il M5S al 15,7%.

Il candidato del centrodestra si presenta quindi con un vantaggio corposo, anche se la partita non può dirsi ancora chiusa alla luce di diversi elementi:

  • la presumibile crescita della notorietà di Rocca e Bianchi nelle ultime due settimane di campagna elettorale (oltre un elettore su quattro negli ultimi appuntamenti ha deciso solo nell’ultima settimana se votare e chi votare);
  • le decisioni di chi oggi si dichiara indeciso o orientato all’astensione;
  • il «traino» dei partiti: finora Rocca appare più debole della sua coalizione (che raggiunge il 43% dei voti validi) mentre D’Amato riesce a strappare un 1,2% di voto disgiunto che potrebbe, espandendosi, rappresentare una chiave di contendibilità della vittoria finale.

Per saperne di più, leggi l'articolo completo su il Corriere della Sera


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