Elezioni politiche 25 settembre 2022: i risultati elettorali e le analisi post-voto di Ipsos

Le elezioni politiche 2022 si sono tenute lo scorso 25 settembre. In attesa della formazione del nuovo Governo, condividiamo i risultati elettorali e le analisi post-voto a cura del team di Ipsos Public Affairs.

Lo scorso 25 settembre gli italiani hanno votato per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Le elezioni politiche 2022 si sono concluse con la vittoria della coalizione di centrodestra, raggiungendo la maggioranza assoluta in entrambe le Camere, e Fratelli d'Italia guidato da Giorgia Meloni, come primo partito con il 26% dei voti. Quali sono i prossimi passaggi per la formazione del nuovo Governo?

Elezioni politiche 2022, i prossimi passaggi per la formazione del nuovo Governo 

Dopo aver proclamato gli eletti del voto del 25 settembre, giovedì 13 ottobre Camera e Senato si riuniranno per la prima seduta e procederanno all'elezione dei due Presidenti. La settimana successiva, tra il 17 e il 18 ottobre, il Presidente della Repubblica potrà indire le consultazioni per individuare la maggioranza e il prossimo Presidente del Consiglio. Seguiranno una serie di ulteriori passaggi che porteranno ad avere, probabilmente tra fine ottobre e inizio novembre, un nuovo Governo pienamente operativo

Le opinioni degli italiani sul futuro Governo

I risultati elettorali non hanno sorpreso gli italiani: quasi la metà si aspettava questo esito, e coloro che immaginavano esiti più favorevoli al centrosinistra o al centrodestra sostanzialmente si controbilanciano tra loro. Abbiamo avuto solo piccole “soprese” come la rimonta del M5S, il risultato particolarmente negativo per la Lega, e conseguentemente l’entità del successo di FdI e, infine1 su 5 si dichiarava sorpreso dalla sconfitta del PD.

I sondaggi politici Ipsos effettuati nei successivi al voto hanno rivelato che quasi tre quarti degli italiani si aspettava che Giorgia Meloni diventasse il prossimo premier. Potendo però scegliere, pur se alla luce dei risultati elettorali, il 35% avrebbe preferito Mario Draghi al vertice di Palazzo Chigi; anche perché meno della metà degli italiani è convinto che la maggioranza di centrodestra sia abbastanza coesa da poter formare un governo in grado di durare, se non necessariamente 5 anni, abbastanza da essere efficace. Il 37% prevede che le difficoltà e le contraddizioni che il centrodestra si troverà ad affrontare porteranno la maggioranza ad implodere nel breve o medio termine.

Quella che però è certamente attesa è una svolta rispetto all’operato del governo Draghi: 2 italiani su 3 credono che la continuità nell’azione di governo sarà nulla o molto limitata. Più in dettaglio, gli auspici riguardano un’azione più efficace sul tema dell’immigrazione e sullo stimolo all’occupazione. Le prospettive sono invece più pessimiste sulla credibilità del Paese in Europa e rispetto ai mercati finanziari e nella gestione del PNRR. I provvedimenti più attesi riguardano però le urgenze immediate: il tetto al prezzo del gas o l’elargizione di un bonus sulle bollette. Taglio del cuneo fiscale e abolizione o revisione del reddito di cittadinanza sono anche tra le aspettative principali.


In attesa di scoprire la formazione definitiva del nuovo Governo, ripercorriamo insieme i risultati delle elezioni 2022 con la consueta analisi post-voto curata dal team di Ipsos Public Affairs


Risultati elezioni 2022, i flussi elettorali 

I risultati elettorali delle elezioni politiche 2022 non hanno mostrato particolari "sorprese" rispetto a quanto pronosticato dai sondaggi politici Ipsos nelle settimane antecedenti il voto. La maggior parte dei partiti si è attestata sui valori previsti, con oscillazioni sotto il punto di vista politico (l’arretramento della Lega, il recupero del M5S), ma tutto sommato contenute dal punto di vista numerico.

Ciò è particolarmente rilevante se si considera che nelle precedenti tornate elettorali (Politiche 2018, Europee 2019, ma anche le Europee del 2014 con il risultato ottenuto dal PD di Renzi) il dato del primo partito, in particolare, era stato spesso sottostimato. Guardando al confronto proprio con le tornate elettorali precedenti, l’analisi dei flussi ci mostra come si è giunti all’esito di domenica 25 settembre. Emerge con nettezza, quindi, che:

  • Il successo di Fratelli d’Italia si alimenta di corposi flussi in entrata dal M5S e dalla Lega rispetto al 2018, mentre è tutto sommato limitato il recupero dall’astensione. È ancora più evidente il flusso di elettori che dalle Europee del 2019 si sono spostati dalla Lega a FdI (quasi 4 elettori su 10 della Lega hanno optato questa volta per il partito di Giorgia Meloni).
  • Lo svuotamento della Lega, rispetto al successo delle Europee, ha alimentato oltre che FdI anche il bacino dell’astensione: più di 1 elettore su 4 è rimasto a casa in questa occasione.
  • Rispetto al 2018 i voti del M5S si sono più che dimezzati (in termini relativi). Meno di un terzo degli elettori del 2018 ha confermato, 4 anni dopo, il voto al partito guidato questa volta da Giuseppe Conte. Un quarto si è rifugiato nell’astensione (come gli elettori della Lega), ma 1 su 6 ha virato su FdI.
  • Il Partito Democratico sia rispetto al 2018, sia al 2019 ha sostanzialmente pescato nel suo stesso bacino. Ha perso qualcosa verso Italia Viva e Azione (che si sono alimentate principalmente di questo flusso), ma soprattutto non è riuscito ad attrarre nuovi elettori: ben 3 su 4 degli elettori attuali erano già elettori del PD in occasione delle Europee (dove pure il partito guidato da Zingaretti non aveva brillato).
  • L’astensione in crescita anche in questa occasione, è stata alimentata soprattutto da elettori che nel 2018 avevano votato M5S, ma anche da elettori delusi dalla Lega, dal PD e da Forza Italia.

La profilazione degli elettorati 

La profilazione degli elettorati ci mostra come ciascun partito risulti più o meno attrattivo verso specifiche categorie o fasce sociali.

  • A livello generazionale si parla spesso del voto dei giovani. E' importante mostrare come in realtà sia opportuno specificare con attenzione la fascia di età cui ci si riferisce, perché evidenti differenze emergono tra i giovanissimi (la Generazione Z, fino ai 26 anni) e i giovani adulti (i Millennials, tra i 27 e 41 anni). 
  • Più evidente la caratterizzazione del voto tra gli studenti, che premiano il M5S e il PD conferendo loro quasi metà dei consensi totali, spingendo in avanti anche l’alleanza tra Sinistra Italiana e Verdi (vicina al 10%). Decisamente meno attrattivi risultano invece i partiti del centrodestra. 
  • Discorso quasi opposto per il voto degli operai, che si indirizza fortemente su FdI (oltre un terzo), premia in misura più contenuta la Lega (sopra il 13% tra le tute blu) e punisce pesantemente i partiti di centrosinistra: PD, SI/Verdi e terzo polo non raggiungono complessivamente il 18%. Sono invece in linea con il dato nazionale complessivo i valori di M5S e Forza Italia.
  • Il PD recupera però tra i pensionati, arrivando a contendere il primo posto a FdI. In questa categoria è il M5S ad essere particolarmente sotto-rappresentato, fermandosi alle soglie del 10%.
  • Le elezioni, che per la prima volta indirizzano una donna a Palazzo Chigi, rafforzano l’interesse per il confronto del voto tra i generi. Ebbene, la vittoria del partito di Giorgia Meloni è trainata più dagli uomini che dalle donne, che invece hanno preferito (seppure con differenze limitate rispetto al dato complessivo) il PD, la Lega, il M5S e SI/Verdi. Nel terzo polo prevale il voto maschile.
  • Un’altra variabile di notevole interesse è il titolo di studio. Tra i laureati è nettamente il PD a prevalere, sfiorando il 25%. FdI si ferma appena al di sotto del 20%, mentre SI/Verdi e terzo polo quasi raddoppiano i loro consensi. 
  • Molto significativa la lettura del voto per condizione economica. Le differenze più evidenti riguardano il voto per il PD e il M5S: mentre il primo va decisamente meglio tra le classi abbienti, il M5S è il primo partito tra chi si trova in difficoltà economica. Simile alla dinamica che caratterizza il PD (e anzi ancor più marcata) quella che si osserva per SI/Verdi e soprattutto per il terzo polo. Per Lega e Forza Italia il consenso prevale in maniera evidente invece tra le persone più in difficoltà.

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