Intelligenza Artificiale, tra entusiasmo e timore: l’impatto sulla vita quotidiana e sul lavoro
Il nuovo sondaggio globale Ipsos -condotto in 31 Paesi tra oltre 22.000 adulti- ha indagato le principali opinioni, percezioni e aspettative riguardo l’Intelligenza Artificiale (AI).
I risultati della nuova indagine globale di Ipsos fanno luce sull'evoluzione delle percezioni e delle aspettative delle persone in 31 Paesi del mondo in merito all'Intelligenza Artificiale (AI), rivelando sia entusiasmo sia timore per il suo potenziale impatto su vari aspetti della vita.
Se, da un lato, più della metà degli intervistati (54%) è entusiasta e ritiene che i servizi basati sull’AI abbiano più vantaggi che svantaggi, dall’altro lato, una percentuale simile (52%) dichiara di essere nervosa pensando ai prodotti e i servizi basati sull'AI.
La maggioranza delle persone, nei 31 Paesi esaminati, si aspetta che i prodotti e i servizi basati sull'AI cambino profondamente la loro vita quotidiana nei prossimi anni. Se da un lato c'è ottimismo per quanto riguarda la gestione del tempo e le opzioni di intrattenimento, dall'altro c'è anche una diffusa preoccupazione per l’impatto che potrebbe avere sull'occupazione.
Inoltre, l’indagine evidenzia un divario tra i mercati emergenti, generalmente entusiasti dell'AI, e i Paesi ad alto reddito, maggiormente timorosi. La fiducia e l'entusiasmo per l'AI tendono a essere più alti tra le generazioni più giovani, in particolare la Generazione Z, e tra coloro che hanno un reddito o un livello di istruzione più alto.
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La conoscenza dell’Intelligenza Artificiale
L’Intelligenza Artificiale si sta diffondendo sempre di più, ma a questo non corrisponde un aumento della consapevolezza da parte dei consumatori del ruolo che l'IA svolge nelle diverse tecnologie che utilizzano quotidianamente.
In media, nei 31 Paesi oggetto dell'indagine, due terzi (67%) affermano di avere una buona conoscenza di cosa sia l'Intelligenza Artificiale, ma soltanto la metà (51%) dichiara di sapere quali prodotti e servizi utilizzano l'AI. In Italia il 53% delle persone intervistate dichiara di avere una buona conoscenza di cosa si intenda per Intelligenza Artificiale e, in linea con la media internazionale, il 50% conosce quale tipologia di prodotti e servizi sfruttano l’IA.
La familiarità con i prodotti e i servizi basati sull'AI varia da oltre il 70% in Indonesia e Malesia ad appena il 35% in Belgio, Nuova Zelanda e Stati Uniti ed è più elevata tra i più giovani, gli uomini i lavoratori, i più istruiti e/o i più abbienti.
Intelligenza Artificiale, sentimenti contrastanti nell’opinione pubblica
Nei 31 Paesi esaminati, in media, circa la metà degli intervistati concorda sul fatto che i servizi basati sull'AI presentino più vantaggi che svantaggi (54%, +3 punti rispetto a dicembre 2021) e la medesima quota ne è entusiasta (54%).
Tuttavia, circa la stessa percentuale (52%) dichiara di essere nervoso pensando ai prodotti e i servizi basati sull'IA. Nei 24 Paesi, inclusi sia nella precedente indagine sia nella nuova, questo dato è in aumento di 12 punti. Ciò suggerisce che l'opinione pubblica globale è preoccupata di subire un impatto negativo da parte delle tecnologie che sfruttano l’Intelligenza Artificiale.
La sensazione di entusiasmo per l’AI è minore in Nord America e in Europa (in Italia i dati sono in linea con la media internazionale) ed è maggiore nei mercati emergenti, tra la GenZ e i Millennials, così come tra le persone con istruzione universitaria.
Al contrario, l’indagine globale Ipsos registra un senso di nervosismo più alto nei Paesi prevalentemente anglofoni e più basso in Giappone, Corea del Sud ed Europa orientale.
La fiducia nell’Intelligenza Artificiale
La fiducia nell'AI varia notevolmente da regione a regione ed è generalmente molto più alta nei mercati emergenti e tra le persone under40, rispetto ai Paesi ad alto reddito e alla Generazione X e i Boomers. In particolare:
- in media, il 50% ha fiducia nel fatto che le aziende che utilizzano l’AI proteggano i propri dati (dal 72% in Tailandia ad appena il 32% in Francia, Giappone e Stati Uniti);
- in media, il 56% è fiducioso che l'Intelligenza Artificiale non discrimini o mostri pregiudizi verso qualsiasi gruppo di persone (dall’83% in Tailandia al 33% in Svezia).
Anche in questo caso, i dati italiani sono in linea con la media internazionale.
Leggi anche i nostri approfondimenti dedicati all'Intelligenza Artificiale Generativa e come applicarla alle ricerche di mercato.
Intelligenza Artificiale, impatto sulla vita quotidiana e sul lavoro
Solo la metà delle persone intervistate (49%) a livello globale afferma che l'AI ha avuto un impatto significativo sulla propria vita quotidiana negli ultimi tre-cinque anni, ma due su tre (66%) si aspettano che presto la cambierà profondamente.
In linea con la media internazionale, il 44% degli italiani ritiene che i prodotti e i servizi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale abbiano profondamente cambiato la propria vita negli ultimi anni. Al contrario, si registrano percentuali molto più alte in Corea del Sud e nel Sud-Est asiatico (superiori al 70%) e tra le fasce di popolazione più giovani (GenZ e Millenials).
Allo stesso modo, il 63% degli italiani si aspetta che l’Intelligenza Artificiale cambierà significativamente la propria vita nei prossimi anni. Anche in questo caso, si registrano percentuali più alte in Corea del Sud (82% vs. 51% in Francia) e in tutti i gruppi demografici (soprattutto tra i più abbienti e con un'istruzione universitaria).
Tra i lavoratori, in media, il 57% si aspetta che l'AI cambi il modo in cui svolgono il loro attuale lavoro e il 36% che lo sostituisca del tutto. Le percentuali di lavoratori che si aspettano un cambiamento nel proprio lavoro dovuto all’Intelligenza Artificiale sono più alte nel Sud-Est asiatico (e più basse nel Nord Europa con differenze fino a 50 punti) e tra i più giovani e i decision maker.
L’Intelligenza Artificiale migliorerà la nostra vita?
A livello globale, poco più della metà degli intervistati prevede che l'aumento dell'uso dell'AI, nei prossimi anni, darà loro più tempo (54%) oppure migliorerà le opzioni di intrattenimento (51%). Al contrario meno della metà delle persone ritiene che l'aumento dell'uso dell'AI migliorerà la propria salute (39%), il proprio lavoro (37%), l'economia del proprio Paese (34%) e in generale il mercato del lavoro (32%).
In Italia si registra un maggior scettiscismo, rispetto alla media internazionale, riguardo ai vantaggi che l’uso dell’Intelligenza Artificiale potrebbe generare nei prossimi tre-cinque anni. In particolare, meno della metà delle persone intervistate ritiene che darà loro più tempo (48%), migliorerà le opzioni di intrattenimento (45%), la propria salute (37%), il proprio lavoro (32%), il mercato del lavoro (30%) e l'economia del proprio Paese (29%).
Anche in questo caso, l'ottimismo nei confronti dell'AI è molto più alto nei mercati emergenti, rispetto ai Paesi ad alto reddito, e tra gli adulti più giovani e con un livello di istruzione più alto.