Chat GPT di OpenAI e Intelligenza Artificiale: conoscenza, utilizzo e fiducia degli italiani
L’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos, in collaborazione con Vincenzo Cosenza, rilascia una nuova rilevazione che indaga le opinioni degli italiani in merito all’Intelligenza Artificiale e in particolare la GenAI.

L’Intelligenza Artificiale è entrata nelle nostre vite già da diversi anni, la usiamo senza accorgercene ogni giorno, ad esempio, attraverso i nostri smartphone. Da un anno a questa parte, inoltre, sono arrivati sul mercato nuovi strumenti detti di “Intelligenza Artificiale Generativa” (come ChatGPT e Midjourney) in grado di creare nuovi contenuti semplicemente descrivendoli.
Si tratta di una scintilla di rivoluzione che ci interroga sul nostro rapporto con le macchine, sempre più creative, e sul tipo di società che ci troveremo ad affrontare.
Dopo aver esplorato le attitudini, i comportamenti e le prospettive delle persone in Italia rispetto al Metaverso; in questa nuova edizione dell’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos, in collaborazione con Vincenzo Cosenza, approfondiamo il tema dell’Intelligenza Artificiale e della GenAI.
Da quest’ultima rilevazione emerge come, tra i diversi temi tecnologici, l’Intelligenza Artificiale appare l’argomento più conosciuto e, in particolare, si registra un aumento della conoscenza relativa alle app di AI Generativa.
Anche i livelli di fiducia nei confronti della GenAI risultano essere discretamente alti, ma ci si aspetta di avere maggiori garanzie e normative; soprattutto rispetto alla veridicità delle risposte (50%) e alla trasparenza nelle fonti utilizzate per generare il contenuto (48%).
Sentimenti contrastanti si registrano anche nell’impatto e utilizzo della GenAI nel mondo del lavoro. Al contrario, emerge una maggior propensione a intraprendere percorsi di formazione per acquisire le competenze necessarie in ambito digitale (43%).
Scopriamo insieme i principali risultati.
Vuoi rimanere aggiornato con tutte le ultime novità e pubblicazioni provenienti dal team Ipsos in Italia e dal mondo? Iscriviti ora alla nostra Newsletter!
Chat GPT di OpenAI è l’app di GenAI più conosciuta
Recentemente si sono diffuse su larga scala applicazioni, legate all’Intelligenza Artificiale Generativa, che automatizzano ad esempio la creazione di testi, articoli di blog, post sui social media, testi accademici per la ricerca scientifica, risposte alle e-mail, elaborazione di dati, creazione di immagini e molto altro usando una descrizione testuale.
Quanto ne sanno gli italiani e le italiane? Il 75% del nostro campione afferma di conoscere le app di AI Generativa, quota che tra i giovani della Generazione Z aumenta all’88%, contro soltanto il 25% che dichiara di non averne mai sentito parlare.

Tra le diverse app di AI Generativa, Chat GPT di OpenAI risulta essere la più nota con il 64% che dichiara di conoscerla. I risultati possono essere riconducibili alla sua maggiore esposizione mediatica, alla sua interfaccia user-friendly e alle numerose vicende di cui è stata protagonista.
Di pochi giorni fa è la notizia che ha coinvolto Sam Altman, reintegrato come Amministratore Delegato di OpenAI. Il consiglio di amministrazione di OpenAI, infatti, aveva deciso di estrometterlo con una nota discretamente dura il 17 novembre scorso. Successivamente, in un post su X, l’azienda ha spiegato che è stato raggiunto un compromesso che includesse il ritorno di Sam Altman in OpenAI come CEO e la formazione di un nuovo board.
Oltre la conoscenza, l’Osservatorio Nuove Tecnologie ha indagato anche l’utilizzo delle app di GenAI.
Al momento l'AI Generativa viene utilizzata principalmente per uso personale e creativo (70%), seguito dal lavoro (33%) e studio (25%, ma 44% tra la GenZ).
Questo ci prospetta un futuro di opportunità ancora da costruire nel mondo lavorativo, in quanto le competenze acquisite a fini personali in modo libero, potrebbero essere applicate per migliorare e innovare i processi lavorativi e favorire l’innovazione in diversi settori professionali.
Quanto ci fidiamo dell’Intelligenza Artificiale Generativa?
La fiducia nei confronti di AI Generativa è discretamente alta, infatti, su una scala da uno a dieci la media delle risposte si attesta attorno al 6.3. Ciò non toglie alcuni aspetti problematici e la necessità, da parte dei creatori delle soluzioni di AI, di porre maggiore attenzione soprattutto ai seguenti aspetti:
- Garanzia di veridicità delle risposte, 50%.
- Trasparenza nelle fonti utilizzate per generare il contenuto, 48%.
- Rispetto della privacy degli utilizzatori, 45%.
- Attenzione alle implicazioni etiche e alla salvaguardia dei diritti umani, 44%.
- Rispetto dei diritti dei produttori di contenuti, 33%.
L’utilizzo della GenAI nel mondo del lavoro e i percorsi di formazione
I dati dell’ultima rilevazione del nostro Osservatorio Nuove Tecnologie rilevano sentimenti contrastanti in merito all’impatto e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale Generativa nel mondo del lavoro.
Se da un lato troviamo prospettive positive, come la semplificazione dei processi (30%, 37% tra la GenZ), creazione di lavori non ancora esistenti (23%) oppure aiuti per la propria professione (14%). Dall’altro lato, ci sono dei punti di vista decisamente più negativi riassumibili in:
- Perdita di posti di lavoro (26%).
- Minaccia per la creatività (26%).
- Aumento del gap tecnologico tra le diverse generazioni (20%, 27% tra i Boomers).
Secondo alcune ricerche internazionali, nei prossimi anni saranno a rischio oltre 20 tipologie di professioni a causa dell’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali. Si tratta di una consapevolezza diffusa, infatti, da un’altra nostra indagine, condotta in 31 Paesi tra cui l’Italia, emerge come più di una persona su due nel nostro Paese si aspetta che l’AI possa cambiare il proprio lavoro nei prossimi cinque anni.
In base a queste prospettive, gli italiani e le italiane sono propensi a intraprendere un percorso di formazione per acquisire le competenze necessarie in ambito digitale e in particolare nella gestione delle applicazioni di AI?
Il 43% delle persone intervistate (quota che aumenta al 51% tra la GenY e al 60% tra la GenZ) mostra già consapevolezza dell'importanza delle competenze digitali nel contesto lavorativo attuale e futuro, segnalando apertura e volontà di crescita professionale anche grazie a tali tecnologie.
Tra questi, il 14% riconosce subito l’urgenza di formarsi per poter continuare ad essere competitivi nel proprio ambiente lavorativo e il 29% ne riconosce l’utilità, anche se non strettamente necessario per il futuro della propria carriera.
Al contrario, è il 34% a dichiarare di non essere propenso a intraprendere percorsi di formazione. Tra cui, il 22% afferma di non sentirne l’urgenza in quanto non avrà alcun impatto in futuro e il 12% dichiara di essere fuori dal mercato del lavoro.
Intelligenza Artificiale in futuro: italiani realisti, non catastrofisti
Il mondo degli automi e dei robot dotati di intelligenza Artificiale è una realtà sempre più in evoluzione. Abbiamo chiesto al nostro campione intervistato di immaginarsi nel 2040 e di descrivere quale scenario potrebbe configurarsi nella vita futura. Gli automi dotati di AI…
- Saranno utilizzati solo in settori specifici come assistenza sanitaria e produzione industriale, 29%.
- Rivoluzioneranno la forza lavoro e sostituiranno la gran parte dei compiti umani, 23%.
- Alimenteranno ansie sulla perdita di controllo umano sia nella vita lavorativa che in quella personale, 21%.
- Miglioreranno la qualità della vita delle persone attraverso la facilitazione di compiti domestici e assistenza personale, 18%.
- Sono solo fantasie di fantascienza e non avranno impatto nel mondo reale, 10%.

Inoltre, alla domanda “Quali sono gli ambiti in cui l’Intelligenza Artificiale può e potrà avere un impatto maggiore?” i primi quattro menzionati sono:
- Medicina e assistenza sanitaria (es. telemedicina), 33%.
- Automazione industriale e robotica (es. riduzione sprechi e rapidità processi), 27%.
- Assistenza virtuale (es. assistenza cliente), 26%.
- Sicurezza e sorveglianza (es. riconoscimento facciale), 26%.
In che modo possiamo portare avanti una transizione positiva verso un futuro in cui l'AI potrà realmente migliorare il nostro lavoro e la nostra vita quotidiana? Scopri il framework Ipsos.
“Studiare come l’utente di massa e non l’early adopter concepisce, vive e si relaziona con le nuove tecnologie, ci consente di aggiungere un tassello ulteriore al percorso verso la sua scalabilità e penetrazione nel quotidiano” afferma Silvia Andreani, Client Officer e Co-Responsabile dell’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos. “Come ogni nuova tecnologia, anche per AI generativa, il passaggio da innovazione ad adozione e infine cambiamento nella vita degli individui non è sempre lineare e veloce, occorre un periodo di adattamento, di studio e comprensione per carpirne le dinamiche più virtuose e le opportunità anche più implicite”
"In questa epoca straordinaria, Intelligenza Artificiale, Tecnologie avanzate e Automazione stanno plasmando una nuova realtà. Comprendere speranze sogni e timori della popolazione italiana è fondamentale per navigare in questo cambiamento” sostiene Luigi Ponti, General Manager Operations e Co-Responsabile dell’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos.
"Visto il ritmo delle innovazioni nel campo della GenAI, per i professionisti e le aziende, la formazione in IA non è più un'opzione, ma una necessità. La contrapposizione uomo-macchina non ha senso, perché la vera competizione sarà tra i "professionisti aumentati", in grado di utilizzare la tecnologia per potenziare il proprio lavoro, e coloro che rimarranno ancorati al passato" dichiara Vincenzo Cosenza, consulente di marketing e innovazione.