Elezioni politiche 25 settembre 2022: il confronto tra Generazione Z e Millennials
Chi hanno votato i giovani italiani il 25 settembre scorso e, soprattutto, quando parliamo di democrazia e politica, qual è l’atteggiamento della Generazione Z rispetto ai Millennials e alle altre generazioni?
Prima di approfondire il rapporto tra le nuove generazioni e la politica italiana anche in merito alle ultime elezioni politiche, è opportuno fare una breve premessa distinguendo i giovani italiani tra gli appartenenti alla Generazione Z e alla Generazione Y.
Con il termine Generazione Y – o Millennials – si intende la generazione dei nati tra il 1981 e la metà degli anni '90, invece, la generazione successiva prende il nome di Generazione Z – abbreviata in GenZ – ed è quella raggruppa tutti coloro nati tra gli ultimi anni '90 e il primo decennio degli anni 2000.
La differenza tra Millennials e GenZ non è solo una questione di età, infatti, le due generazioni presentano caratteristiche e peculiarità distintive, comprese notevoli differenze di atteggiamento anche in relazione alla politica. Vediamole insieme.
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Elezioni politiche 2022, chi hanno votato i giovani italiani?
Le molteplici analisi post-voto di Ipsos, effettuate dal team di Public Affairs dopo le elezioni politiche dello scorso 25 settembre, comprendono anche la profilazione degli elettorati.
Quest’ultima ha rivelato come ciascun partito risulti più o meno attrattivo verso specifiche categorie o fasce sociali. In particolare, a livello generazionale, si è parlato spesso del voto dei giovani in occasione delle elezioni politiche 2022, ma è importante mostrare come in realtà sia opportuno specificare con attenzione la fascia di età cui ci si riferisce. Infatti, emergono evidenti differenze di atteggiamento verso la politica tra i giovanissimi (la Generazione Z, fino ai 26 anni) e i giovani adulti (i Millennials, tra i 27 e 41 anni).
Ecco alcuni dei punti principali emersi dalle analisi post-voto di Ipsos.
- Se tra i GenZ, infatti, FdI ha un consenso molto limitato, tra i Millennials questo si avvicina sensibilmente al dato medio nazionale.
- Entrambi premiano il M5S, sovrarappresentato di diversi punti per entrambe le generazioni, come anche SI/Verdi (ma molto di più tra la GenZ).
- Al contrario, su partiti come Lega e IV/Azione il giudizio è diametralmente opposto: la Lega (come anche in parte Forza Italia) è più votata (rispetto alla media nazionale) dai Millennials e meno dalla GenZ, mentre il contrario è vero per il terzo polo.
- Altra costante: la scarsa attrattività del PD (anche se nel caso dei GenZ ciò è vero in misura più limitata).
Il livello di astensione tra la Generazione Z si colloca poco sotto alla media nazionale (circa il 35%) superiore solo a quella dei Boomers (30%). Significativamente più alta l’astensione dei Millennials e della Generazione X (rispettivamente del 45% e 40%).
Le differenze tra Generazione Z e Millennials: due modi diversi di vivere la democrazia e la politica
La Generazione Z ha generalmente una visione più ottimista e fiduciosa, mentre i “fratelli maggiori” – i Millennials – sono molto più arrabbiati e percepiscono un sentimento di esclusione sociale preoccupante, che si riversa sui livelli di interesse e partecipazione.
Questo è particolarmente evidente su temi quali la “delusione” per la democrazia. Ad esempio, la domanda “La democrazia ormai funziona male, è ora di cercare un altro modo per governare l’Italia?” trova d’accordo il 40% della GenZ, ma ben il 57% dei Millennials e il 53% della Generazione X (che comprende i nati tra il 1965 e il 1980).
Il disagio verso la democrazia è sempre più forte nei ceti bassi e popolari, tra coloro che si informano solo sul web, guidati spesso da un rancore che nasce dal sentirsi traditi nella speranza di ascesa del proprio benessere, ma anche nelle classi medie sempre più staccate e disilluse. Nel tempo si è accresciuto il peso per una mancanza di visioni a lungo termine e la carenza di politiche di coesione sociale.
Lo stesso atteggiamento più positivo della GenZ lo troviamo anche sulla validità del progetto europeo (messa in discussione dal 36% dei GenZ, dal 46% dei Millennials e dal 47% della GenX) e in merito all'interesse per la politica (su una scala da 1 a 10, il voto medio è 5,9 per la GenZ e 4,8 per i Millennials).
L’unico elemento che accomuna pienamente le due generazioni più giovani e le contrappone nettamente a Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) e Silent (nati tra il 1928 e il 1945) è il tema delle “nuove famiglie”: qui entrambi rifiutano nettamente l’idea che l’unica “vera” famiglia sia quella “tradizionale”, un’idea che invece è maggioritaria nella popolazione più anziana.
L’interesse per la politica dei giovani in Italia, il confronto con le altre generazioni
Nel loro ottimismo, la GenZ assume un profilo di attitudini simile alle generazioni più anziane in particolare nell’interesse verso la politica: sono infatti GenZ, Boomers e Silent le generazioni dove questo dato raggiunge la sufficienza, mentre Millennials e GenX sono decisamente più in basso.
È un dato che in Ipsos avevamo registrato già in occasione delle amministrative 2021: una partecipazione che accomunava “nonni e nipoti”. Le fasce di età intermedie (“tardi Millennials” e GenX in particolare) sono invece le più propense all’astensione o ad un voto di protesta.
Quali possono essere le possibili spiegazioni?
La prima è che i giovanissimi (soprattutto quelli ancora all’interno di un percorso di istruzione) vivono ancora in una sorta di “ambiente protetto”: non si sono confrontati con il mondo del lavoro, con le prime delusioni, i primi fallimenti, le difficoltà nell’andar via di casa o nel comprarne una. Non percepiscono i problemi economici come i Millennials, perché in molti casi gravitano ancora nell’orbita del nucleo familiare. Questo lo vediamo anche dai temi considerati prioritari:
- per i Millennials (e la GenX) temi come tasse, lavoro, occupazione sono fondamentali;
- al contrario, per la GenZ lo sono molto meno. Ambiente, scuola, università, diritti civili sono quelli che per i giovanissimi acquisiscono un peso relativamente maggiore.
In secondo luogo, c’è un ulteriore aspetto legato alle esperienze vissute. Millennials e GenX si sono socializzati alla politica in un’epoca (fine del 900 e primi anni del Duemila) ancora caratterizzata da contrapposizioni ideologiche e bipolari.
Nel corso degli ultimi 20-30 anni abbiamo assistito ad un decadimento del dibattito pubblico e ad una trasformazione della politica da scontro di ideali e valori ad un confronto personalizzato privo di visioni e aspirazioni “alte”. La Generazione Z non ha vissuto questo decadimento in prima persona. Nella loro visione, l’abbandono delle ideologie, il tramonto della “destra” e della “sinistra” per come le conoscevamo un tempo non ha un peso o è addirittura un elemento positivo. Il rapporto con la politica risulta essere improntato sulla fluidità e su un attaccamento minore a partiti e ideologie.
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