22 aprile, Giornata della Terra 2022: la preoccupazione per il cambiamento climatico e i comportamenti sostenibili degli italiani
Earth Day 2022: il sondaggio internazionale di Ipsos ha indagato, da un lato, le opinioni dei cittadini in merito al cambiamento climatico e, dall'altro, i comportamenti sostenibili che le persone prevedono di adottare e quanto questi siano realmente impattanti sull'ambiente.
Ogni anno il 22 aprile si celebra in tutto il mondo l’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale del pianeta in cui si celebra la Terra e se ne promuove la salvaguardia. In occasione della Giornata della Terra 2022, Ipsos ha condotto un sondaggio internazionale – intervistando oltre 23.000 adulti in 30 Paesi del mondo – con l’obiettivo di indagare, da un lato, le opinioni dei cittadini relative al problema del cambiamento climatico e, dall'altro, i comportamenti sostenibili che le persone prevedono di adottare nel prossimo anno e quanto questi siano realmente impattanti sull'ambiente.
Giornata della Terra 2022, che cos'è e perché si celebra il 22 aprile?
L’Earth Day, o Giornata della Terra è la più ampia e nota manifestazione ambientale a livello globale, un'occasione per celebrare il nostro pianeta e promuoverne la sua salvaguardia e alla quale, il 22 aprile di ogni anno, aderiscono circa 192 Paesi. La Giornata della Terra è stata voluta in primis da John Fitzgerald Kennedy nel 1962 e in seguito sostenuta da un appello del senatore democratico Gaylord Nelson che, nel 1970, promosse la manifestazione che diede i natali al primo movimento universitario legato alle tematiche ambientali. Oggi, l'Earth Day rappresenta un momento educativo e informativo, che ha come fine ultimo l'aumento della consapevolezza sulle problematiche ambientali: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili.
Cambiamento climatico, gli italiani sono tra i più preoccupati per le sue conseguenze
Il sondaggio d’opinione Ipsos rivela che su una scala di principali preoccupazioni, a livello internazionale, quella relativa al cambiamento climatico si posiziona all’ottavo posto preceduta dai timori relativi a: la propria salute e quella della famiglia (61%); guerra/terrorismo (57%); insufficienza di denaro (52%); persone che si comportano in modo irrispettoso con gli altri (52%); pandemia Covid-19 (51%); istruzione e prospettive per bambini/giovani (50%) e criminalità (50%).
A livello internazionale, la preoccupazione per il cambiamento climatico è avvertita da quasi la metà dei rispondenti (48%). Invece, principalmente in Italia e nei Paesi del Sud America, si registrano percentuali molto più elevate. Infatti, tra gli italiani: il 69% dichiara di essere preoccupato per il cambiamento climatico e il 79% per le sue conseguenze, sia in Italia sia all’estero.
Lotta al cambiamento climatico: una responsabilità condivisa tra Governo, aziende e cittadini
L’opinione pubblica ritiene che la lotta al cambiamento climatico rappresenti una responsabilità condivisa tra Governo, aziende e singoli cittadini, ma soltanto una media internazionale del 39% (41% in Italia) ritiene che il proprio Governo abbia un piano chiaro su come queste figure dovranno lavorare congiuntamente per affrontare il cambiamento climatico. In Italia:
- Il 68% degli intervistati ritiene che se il proprio Governo non affronterà ora il cambiamento climatico, fallirà nei confronti dei propri cittadini.
- Al contempo, si registra un forte grado di accordo (66%) sulla necessità di un'azione aziendale per combattere il cambiamento climatico; pena il fallimento nei confronti di dipendenti e clienti.
- Infine, il 71% degli italiani ritiene che anche i singoli individui abbiano la propria responsabilità nella lotta al cambiamento climatico per non fallire nei confronti delle generazioni future.
Inoltre, il sondaggio d’opinione Ipsos rivela come i rispondenti percepiscano alcuni settori economici come aventi una maggiore responsabilità nel ridurre il proprio contributo al cambiamento climatico. In particolare, a livello internazionale, si posizionano le aziende/fornitori che operano nel campo dell’energia (82%); le case automobilistiche (80%); i fornitori di trasporto pubblico e le compagnie aeree (77%). Anche in Italia si registrano valori pressoché uguali alla media internazionale: il 78% menziona le compagnie energetiche, il 74% le case automobilistiche e il 72% fornitori di trasporto pubblico e le aziende tecnologiche come i principali settori economici che hanno una maggiore responsabilità nella riduzione delle loro emissioni. Invece, i settori economici le cui emissioni di carbonio non sono così ovvie – quali ad esempio i servizi finanziari e la vendita al dettaglio online – sono visti come aventi meno responsabilità, rispettivamente 49% e 54%.
Giornata della Terra 2022: i comportamenti sostenibili che hanno un maggiore impatto sull'ambiente
Il sondaggio d’opinione Ipsos registra pochi progressi nell’adozione di comportamenti per la lotta al cambiamento climatico e, ancora, un’elevata confusione su quali siano le azioni che hanno un maggior impatto. Gli intervistati mostrano livelli crescenti di consapevolezza dell'urgenza della crisi climatica, ma questo non si traduce in effettivi cambiamenti nel modo di agire. Infatti, la percentuale che pianifica di fare cambiamenti a favore dell'ambiente nel corso del prossimo anno non è aumentata significativamente rispetto all’anno scorso. Quali comportamenti green e sostenibili sono propensi ad adottare gli italiani nel corso del prossimo anno per la lotta al cambiamento climatico?
Anzitutto bisogna osservare che, nella maggioranza dei comportamenti sostenibili analizzati dal sondaggio d’opinione Ipsos, la percentuale degli italiani che ritiene di intraprendere azioni green e sostenibili durante il prossimo anno è maggiore rispetto alla media internazionale. In particolare: il 65% degli italiani dichiara di voler evitare i prodotti con molti imballaggi, il 61% prevede di risparmiare energia in casa e il 58% di risparmiare acqua ed evitare l'acquisto di nuovi prodotti.
In generale, però, l’indagine Ipsos registra un’errata percezione tra gli intervistati in merito ai comportamenti sostenibili individuali che hanno un maggiore impatto sull’ambiente: un minor packaging o una riduzione degli acquisti sono erroneamente visti come priorità, mentre sostituire i voli con opzioni più sostenibili o passare a una dieta vegana (che nella realtà hanno un impatto molto più elevato) non sono considerati, dalla maggior parte, come azioni dalle elevate conseguenze negative sull’ambiente.
COP26, che cos'è la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici?
La COP26 è la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, ovvero la Conferenza delle Parti sul clima che riunisce tutti i leader mondiali, gli attivisti e i maggiori esponenti esperti di tematiche ambientali all’interno della comunità scientifica. L’obiettivo della COP26 è stato quello di raggiungere un accordo sulle strategie sostenibili da adottare per riuscire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico da qui fino al 2030 e poi fino al 2050. La COP26 si è tenuta a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 sotto la presidenza del Regno Unito, e ha rappresentato la migliore, nonché ultima, opportunità del mondo per tenere sotto controllo le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici.
Gli obiettivi e l'impatto della COP26 sulla lotta al cambiamento climatico
Il sondaggio d’opinione Ipsos ha innanzitutto indagato il livello di conoscenza della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021. Mentre la consapevolezza della COP26 era abbastanza alta in Gran Bretagna (68%), in molte altre Nazioni (tra cui Germania, Giappone, USA e Turchia) era uguale o inferiore al 20%. In Italia: il 34% dichiara di aver sentito parlare di COP26, il 25% di averne sentito parlare ma di non esserne sicuro e il 29% di non averne mai sentito parlare.
Tra i rispondenti che hanno sentito parlare della COP26, più della metà ha dichiarato di essere anche a conoscenza degli impegni presi dai diversi Paesi per la lotta al cambiamento climatico. La consapevolezza è più alta in Arabia Saudita (91%) e Corea del Sud (89%) e più bassa in Francia (31%) e Ungheria (27%). In Italia è pari al 53%, in linea con la media internazionale del 52%.
Inoltre, mentre la maggioranza degli intervistati si sente ottimista sull'impatto della COP26 (a livello internazionale il 58% prevede un impatto positivo sul cambiamento climatico, il 51% in Italia), più di un terzo (36%, il 41% in Italia) ritiene che non farà alcuna differenza e il 6% (l’8% in Italia) che ci sarà un impatto negativo. I livelli di pessimismo in merito alla COP26 sembrano riflettere i dubbi dei rispondenti sulla capacità dei propri Governi di affrontare la crisi climatica. Più di un terzo (34%, il 32% in Italia) ritiene che il proprio Governo non farà progressi significativi nella lotta al cambiamento climatico durante i prossimi 10 anni e il 28% (21% in Italia) sostiene che il proprio Governo non abbia un piano chiaro per affrontare il problema del cambiamento climatico nel 2022.