30 giugno, Social Media Day: l'impatto dei social media sull'informazione in Italia
In occasione del Social Media Day, analizziamo l'impatto dei social media sull'informazione: come le persone li utilizzano per rimanere aggiornate, le trasformazioni nel panorama mediatico e le implicazioni positive e negative di questo fenomeno.
Il 30 giugno si celebra il Social Media Day, una giornata dedicata a riconoscere l'impatto rivoluzionario dei social media sulla nostra vita quotidiana. In occasione di questa ricorrenza, l'indagine Ipsos evidenzia come i social media abbiano trasformato il modo in cui le persone si informano, con differenze significative tra le diverse generazioni.
I telegiornali sono la fonte principale di informazione per la maggioranza del campione, ma tra i giovani della Generazione Z emergono anche Instagram, siti o app di news/informazione e YouTube. Le fonti tradizionali – come radio, telegiornali, giornali e programmi TV – sono ancora ritenute le più affidabili, rispetto ad alcuni canali social come TikTok e gruppi Telegram che occupano gli ultimi posti della classifica.
Per la maggior parte delle persone, i social sono principalmente un modo per restare in contatto con amici e per passare il tempo senza troppi pensieri; ma per la Generazione Z l'uso dei social li rende più consapevoli di ciò che accade intorno a loro.
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Social Media Day: cos’è e perché si celebra il 30 giugno?
Il 30 giugno di ogni anno si celebra il Social Media Day, una giornata dedicata a riconoscere l'impatto rivoluzionario che i social media hanno avuto sulla nostra vita quotidiana.
Istituito nel 2010 da Mashable, questo giorno celebra come i social network abbiano trasformato il modo in cui comunichiamo, ci informiamo e interagiamo con il mondo. Sebbene, infatti, la nascita dei social media sia relativamente recente – basti pensare alla nascita di Facebook nel 2004 o di Instagram nel 2010 – essi sembrano essere parte della nostra vita da un'eternità.
Oggi i social media non sono solo uno strumento di svago, ma sono diventati fondamentali anche nella comunicazione politica e aziendale; hanno dato vita a nuove professioni, come il social media manager, e sono ormai cruciali per la diffusione delle informazioni.
In un mondo dove l'informazione è a portata di click, però, i social media contribuiscono anche alla diffusione di fake news, alla manipolazione delle informazioni e all'eco-chamber effect, in cui le persone sono esposte solo a opinioni simili alle proprie; inoltre, l'overload informativo può essere talvolta anche fonte di stress e ansia.
In occasione di questa giornata, il team Public Affairs di Ipsos ha esplorato come le persone utilizzano queste piattaforme per informarsi e come esse abbiano cambiato il panorama dell'informazione, tra benefici e criticità. Vediamo insieme i principali risultati.
Le fonti di informazioni degli italiani
Secondo la rilevazione Ipsos, i telegiornali sono la fonte principale di informazione per quasi il 60% degli intervistati, seguiti dai programmi TV di approfondimento (43%) e dai giornali, sia cartacei che digitali (38%).
Tuttavia, si riscontrano differenze generazionali significative. La Generazione Z indica tra le fonti principali Instagram (42%), siti o app di news/informazione (38%) e YouTube (33%), riflettendo la propensione tecnologica delle giovani generazioni. Anche i Millennials si distinguono, indicando Facebook (38%) e amici/familiari (33%) tra fonti di informazione rilevanti.


I mezzi di informazione ritenuti “affidabili”
Per quanto riguarda l'affidabilità delle fonti, le notizie alla radio risultano le più affidabili (75%), seguite da telegiornali (72%), giornali (72%) e programmi TV (71%). Le fonti tradizionali sono, quindi, percepite come le più affidabili.
Tik Tok (20%) e i gruppi Telegram (24%) occupano gli ultimi posti in termini di affidabilità, soprattutto per Generazione Z, Boomers e Silent Generation. Contrariamente all'opinione comune, i giovani sembrano consapevoli dell'affidabilità delle fonti, considerando affidabili – oltre a quelle tradizionali – solo i siti o app di news/informazione e YouTube.
L’uso dei social media è un fenomeno positivo?
L'indagine Ipsos ha, infine, esplorato l'impatto emotivo dell'uso dei social media. Per la maggior parte degli intervistati, i social sono principalmente un modo per restare in contatto con amici (61%) e per passare il tempo senza troppi pensieri (58%).
La Generazione Z si distingue nuovamente, affermando che l'uso dei social li rende più consapevoli di ciò che accade intorno a loro (70%). Tuttavia, il pessimismo (47%) e l'ansia (41%) legati all'uso dei social sono più frequenti tra i giovani, probabilmente a causa della maggiore esposizione a canoni sociali, di bellezza e di standard di vita irraggiungibili.

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