8 marzo, Giornata Internazionale della Donna 2023: parità di genere e diritti delle donne, a che punto siamo in Italia?

In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2023, l'ultimo sondaggio internazionale di Ipsos ha indagato le principali opinioni sul tema della parità di genere e le azioni messe in atto, durante lo scorso anno, per contrastare le discriminazioni e contribuire a promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne.

L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, ricorrenza annuale per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora tutt’oggi vittime nel mondo.

Come ogni anno, Ipsos ha condotto un nuovo sondaggio internazionale -in collaborazione con il Global Institute for Women's Leadership del King's College di Londra- esaminando le principali opinioni delle persone in 32 Paesi del mondo, compresa l’Italia, in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2023.

Considerando l’intero campione intervistato, a livello internazionale, la maggioranza concorda sul fatto che la disuguaglianza di genere persiste, ancora lontana dall’essere risolta, e che i miglioramenti richiederanno sforzi sia da parte degli uomini che delle donne.


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8 marzo, parità di genere e diritti delle donne

In Italia, quasi sette persone su dieci (67%) ritengono che nel nostro Paese vi sia attualmente una disuguaglianza tra donne e uomini in termini di diritti sociali, politici e/o economici e sono soprattutto le donne ad essere d'accordo con questa affermazione (73% contro il 61% degli uomini).

Il sondaggio internazionale Ipsos, condotto in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2023, tuttavia, mostra anche dei segnali positivi e di cambiamento a favore dell’uguaglianza di genere.

In particolare, rispetto agli anni precedenti alla pandemia da Covid-19, quasi la metà degli italiani e delle italiane (49%, +3 punti rispetto al 2019) ritiene che nel nostro Paese ci siano stati dei miglioramenti relativi al riconoscimento di pari diritti tra uomini e donne e il 50% (+7 punti rispetto al 2018) sostiene che, nel corso della propria vita, la parità tra uomo e donna sarà finalmente raggiunta.

Un ottimismo che, in entrambe le affermazioni, prevale però principalmente tra gli uomini. Infatti, è il 57% degli uomini (contro il 42% delle donne) a pensare che in Italia si siano compiuti passi in avanti in materia di pari diritti ed il 55% (contro il 45% delle donne) a ritenere che l’uguaglianza di genere potrà essere raggiunta nel corso della propria vita.

Parità di genere: quanto è importante l’alleanza uomo-donna?

L’ultimo sondaggio Ipsos registra sì un aumento dell’ottimismo sul tema della parità di genere, ma opinione sempre più diffusa è che l’uguaglianza difficilmente potrà essere raggiunta senza un sostegno concreto da parte degli uomini (64% – media internazionale).

Nonostante l’Italia -insieme alla Germania- si posizioni al quartultimo posto tra i 32 Paesi esaminati, la maggioranza delle persone (56%) ritiene che l’alleanza tra uomo e donna sia un fattore importante e di sostegno alla parità di genere, con le donne che mostrano livelli di accordo superiori (61%) rispetto agli uomini (51%).

Al contempo, il 42% dell’opinione pubblica italiana (+4 punti rispetto al 2019) sostiene che in molti casi ci si aspetta che gli uomini facciano troppo per sostenere la parità e questo pensiero è condiviso principalmente dagli stessi uomini (47%) rispetto alle donne (37%). Con un ulteriore 42% in disaccordo, la questione lascia spazio ad un’importante riflessione: l’uguaglianza di genere è un vantaggio solo per donne o per l’intera società?

In generale, la maggioranza relativa dell’opinione pubblica italiana (43%) ritiene che la parità di genere sia vantaggiosa allo stesso modo per entrambi i sessi. Il 20% sostiene che nessuna delle due categorie considerate ne tragga beneficio e soltanto il 12% pensa che possa giovare soltanto alle donne o soltanto agli uomini.

Il sondaggio Ipsos ha anche indicato il livello di accordo nel sostenere che siamo andati talmente così avanti nella promozione dell'uguaglianza da discriminare gli uomini. In Italia, meno della metà dell’opinione pubblica (42%) ritiene che i passi in avanti compiuti sul tema della parità di genere vadano a discapito dell’uomo, invece, una percentuale maggiore (48%) crede il contrario. In questo caso, però, la differenza è notevole: il 51% degli uomini, contro soltanto il 33% delle donne, sostiene che continuando a promuovere l’uguaglianza di genere si rischia quasi una discriminazione al contrario.

E anche se rivolgiamo lo sguardo alla vita di oggi rispetto a quella vissuta dalle generazioni precedenti, il 35% ritiene che le giovani donne abbiano una vita migliore rispetto a quelle delle loro mamme e nonne. Invece, per quanto riguarda i giovani uomini soltanto il 29% crede che la propria vita sia migliorata (o uguale), mentre il 36% sostiene che è addirittura peggiorata.

Sostenere la parità di genere e combattere le discriminazioni: le principali azioni e barriere

Gli episodi quotidiani di discriminazione di genere restano troppo comuni. Dai risultati dell’ultimo sondaggio Ipsos emerge che, durante lo scorso anno, il 25% del campione intervistato in Italia ha assistito a commenti sessisti da parte di amici o familiari, il 15% a discriminazioni sul luogo di lavoro e l’8% a molestie sessuali.

Per contrastare le discriminazioni e contribuire a promuovere la parità di genere, più di tre persone su cinque in Italia (63%) ritengono che si possano intraprendere diverse iniziative. Quali sono state le principali azioni messe in atto nel corso dell’ultimo anno?

Il 27% ha parlato di uguaglianza di genere con i propri familiari/amici e il 19% ha fatto notare pubblicamente un commento sessista su una donna. Inoltre, sul luogo di lavoro, il 16% ha parlato di parità di genere e il 9% ha riportato anche esempi di discriminazioni.

Sebbene la maggioranza dell’opinione pubblica italiana dichiari di poter agire per combattere le disuguaglianze e le discriminazioni di genere, nel corso degli anni è aumentata la quota di quanti temono conseguenze dovute all’esposizione a difesa e tutela dei diritti delle donne (30% in aumento rispetto al 18% registrato nel 2017).

Ci sono diverse ragioni per cui le persone non parlano di uguaglianza di genere o non intraprendono azioni a riguardo. Durante l’ultimo anno, piccole minoranze -al di sotto del 10%- hanno dichiarato, ad esempio, di non essere sicure di quale sia il modo giusto per parlare di parità di genere e/o delle misure da adottare. Invece, il 22% dichiara di non aver preso provvedimenti perché non si è mai trovato in una situazione in cui ha visto un esempio di disuguaglianza di genere.

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