Giornata Internazionale della Donna 2024: uno sguardo generazionale alle percezioni sulla parità di genere
L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, ricorrenza annuale per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora tutt’oggi vittime nel mondo.
Come ogni anno, Ipsos ha condotto un nuovo sondaggio internazionale -in collaborazione con il Global Institute for Women's Leadership del King's College di Londra- esaminando le principali opinioni delle persone in 31 Paesi del mondo, compresa l’Italia, in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2024.
Giornata Internazionale della Donna 2024: risultati chiave del sondaggio Ipsos
- La Generazione Z e i Millennials sono più inclini a pensare che un uomo che resta a casa per occuparsi dei figli perda in termini di virilità, con rispettivamente il 25% e il 27% che la pensa così, rispetto alla Generazione X (20%) e i Baby Boomer (11%).
- Esistono divergenze di opinione all'interno delle stesse generazioni. C'è un divario di 20 punti percentuali tra gli uomini (60%) e le donne (40%) della Generazione Z riguardo alla percezione che l'uguaglianza di genere possa portare a discriminare gli uomini.
- Una significativa quota della popolazione (65%), in 31 Paesi, è concorde nell'affermare che l'uguaglianza di genere non sarà raggiunta nel loro Paese se gli uomini non si impegneranno attivamente per sostenere i diritti delle donne.
- Tuttavia, una media del 51% delle persone ritiene che si stia chiedendo troppo agli uomini per promuovere l'uguaglianza di genere, mentre meno di due su cinque (39%) si identificano come femministe.
- Quando si tratta di scegliere il genere del proprio leader politico, sette persone su dieci (70%) che hanno vissuto sotto la guida di un politico sia uomo che donna non esprimono una preferenza di genere.
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Parità di genere, atteggiamenti e opinioni
Quando si tratta della parità di genere, la giovane generazione non è necessariamente la più progressista. Più della metà della Generazione Z e dei Millennials ritiene che, nel proprio Paese, il progresso verso l'uguaglianza di genere sia andato abbastanza avanti (57% Generazione Z, 60% Millennials), a confronto con meno della metà dei Baby Boomer (43%).
Relativamente alla questione se si richieda troppo agli uomini per promuovere l'uguaglianza, meno della metà dei Baby Boomer concorda (43%), mentre la percentuale aumenta tra Millennials (57%) e Generazione Z (54%).
Nelle generazioni più giovani, è più probabile che ci siano differenze di opinioni rispetto alle generazioni più anziane, che tendono a essere più uniformi sui temi di parità di genere. Ad esempio, riguardo all'affermazione che un uomo che si occupa dei figli a casa sia meno maschio, l'11% dei Baby Boomer uomini e il 10% delle Baby Boomer donne concordano, mentre tra la Generazione Z c'è un divario di 11 punti percentuali, con il 31% degli uomini e il 20% delle donne d'accordo.
Inoltre, c'è una maggiore discrepanza di genere tra uomini e donne della Generazione Z riguardo all'affermazione che il progresso verso l'eguaglianza di genere può discriminare gli uomini, con il 60% degli uomini e il 40% delle donne d'accordo.
La maggior parte delle persone riconosce l'importanza del supporto maschile per l'uguaglianza di genere. Quasi due terzi (65%) a livello internazionale concordano che le donne non raggiungeranno l'uguaglianza senza l'azione attiva degli uomini per sostenere i diritti delle donne (in Italia, la quota cala al 57%). Una percentuale simile (64%, in aumento dell'8% dal 2018) sostiene che ci siano azioni concrete che possono essere intraprese per promuovere la parità di genere (68% in Italia).
Tuttavia, ci sono ostacoli. Circa la metà delle persone (51%, in aumento del 10% dal 2019) sente che si chieda troppo agli uomini per promuovere e sostenere l'uguaglianza di genere (in Italia, questa percentuale scende al 37%), e meno di due su cinque (39%, in aumento del 6% dal 2019) si identificano come femministe (45% in Italia).
A livello internazionale, il 46% ritiene che il progresso verso l'uguaglianza di genere sia andato così avanti da discriminare gli uomini, una visione condivisa solo dal 37% degli italiani.
Per saperne di più, scarica il report dello scorso anno.
Leader donna o uomo? Le persone non hanno preferenze riguardo al genere, ma l’esperienza personale conta
A livello generale, le persone tendono a non mostrare una preferenza di genere per i propri leader, sia nel campo politico che imprenditoriale. Infatti, rispettivamente il 57% e il 58% del campione, afferma di non avere una preferenza specifica tra un leader uomo o donna.
Tuttavia, l'esperienza personale gioca un ruolo chiave in questo contesto.
Più un individuo ha avuto esperienza di leadership maschile e femminile, meno è probabile che il genere del leader sia un fattore decisivo. Ad esempio, il 70% delle persone che hanno avuto un leader politico uomo o donna non esprime una preferenza basata sul genere.
Analogamente, due terzi (66%) di coloro che hanno lavorato con leader aziendali sia uomini che donne non mostrano una preferenza di genere. Tuttavia, è più probabile che coloro che hanno avuto solo leader uomini o solo leader donne tendano a preferire lo stesso genere (rispettivamente il 46% e il 59%).
Infine, le persone tendono ad avere una leggera preferenza per i leader del proprio sesso, con il 22% delle donne che preferiscono una leader donna (rispetto al 12% degli uomini) e il 26% degli uomini che preferisce un leader uomo (rispetto al 17% delle donne).
L'opinione generale sembra suggerire che il genere non influisce significativamente sulla percezione della capacità di un leader di ottenere successo economico e finanziario.
A livello internazionale, la maggior parte delle persone ritiene che i politici, indipendentemente dal genere, siano equivalenti in termini di difesa della sicurezza nazionale (43%, 46% in Italia), rilancio dell'economia (43%, 41% in Italia) e lotta alla criminalità (42%, 43% in Italia).
Inoltre, a livello internazionale, una parte significativa della popolazione ritiene che entrambi i generi siano altrettanto inefficienti in questi ambiti (rispettivamente 17%, 22% e 21%).
Poco più della metà della popolazione globale ritiene che i leader aziendali, sia uomini che donne, siano altrettanto capaci di creare un'azienda innovativa e finanziariamente di successo (55%, 52% in Italia).