Fare impresa durante il Covid: crescita dello spirito imprenditoriale tra le donne e i giovani

Ipsos e SDA Bocconi School of Management rivelano una crescita dello spirito imprenditoriale nel corso del 2020, anche tra le categorie che appaiono meno tutelate come le donne e i giovani.

Ipsos in collaborazione con SDA Bocconi School of Management fornisce interventi su trend e fenomeni sociali, di consumo e di costume. In questo nuovo articolo, abbiamo affrontato il tema dell'imprenditoria rivelando che, nonostante le persistenti barriere sociali e strutturali, nel corso del 2020 si è avuta una crescita dello spirito imprenditoriale, anche tra le categorie che appaiono meno tutelate come le donne e i giovani. 

Il 2020 ci consegna dei dati sorprendenti e molti interessanti, infatti, dal recente sondaggio Ipsos: "Entrepreneurialism. In the Time of the Pandemic" - condotto in 28 Paesi tra oltre 20.000 intervistati - emerge che oltre un terzo degli adulti in tutto il mondo dichiara di possedere uno spirito imprenditoriale molto alto. Si tratta di un’evidenza che, pur con differenze accentuate da Paese a Paese, è indicativa delle capacità di reazione di molti cittadini alle avversità causate dalla pandemia e che rappresenta una speranza per l’immediato futuro. 

Spirito imprenditoriale, caratteristiche e uno sguardo al futuro

Il recente sondaggio Ipsos ha fotografato con accuratezza diversi aspetti legati all’imprenditorialità, tutti elementi con cui i governi, le istituzioni e le banche dovrebbe fare i conti. Il sondaggio mostra anche una variazione dello spirito imprenditoriale da Paese a Paese: la Colombia si posiziona al primo posto, seguita da Sud Africa, Perù, Arabia Saudita e Messico. Belgio, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Corea del Sud e Giappone si collocano invece agli ultimi posti. L’Italia è in 13° posizione e prima tra i Paesi europei con una percentuale del 29%, in aumento del 5% rispetto al 2018. 

Ecco alcuni dei principali risultati. 

  • L'Entrepreneurial Spirit Index di Ipsos è un indicatore che considera 18 caratteristiche imprenditoriali chiave (dall’etica del lavoro alla propensione di assunzione dei rischi, dalle abilità creative all’ambizione personale, dalla passione per ciò che si fa all’orientamento al risultato), il sondaggio rivela che il 32% dei cittadini a livello internazionale dichiara di avere uno spirito imprenditoriale «molto alto».
  • L'imprenditorialità si manifesta principalmente nella sua forma tradizionale, ossia attraverso la creazione di imprese. Tre cittadini del mondo su dieci dichiarano di aver avviato almeno un'attività in passato e in Italia coloro che affermano di aver iniziato un nuovo business sono stati il 4% in più rispetto al 2018. Il medesimo risultato si registra anche in relazione al dato sull'imprenditorialità sociale, ossia tra coloro che dichiarano di aver dato vita a gruppi di interesse su questioni sociali, politiche o economiche.
  • A questi dati si aggiungono poi le rilevazioni in merito alle aspirazioni e ai progetti futuri dei cittadini. Con una media internazionale pari al 30%, il 21% degli italiani - in crescita di 7 punti rispetto al 2018 - afferma di voler avviare una nuova attività nei prossimi due anni.

Imprenditoria femminile e giovanile: l'impatto del Covid e i principali ostacoli

Nonostante l’attitudine all’imprenditorialità sia più alta tra i Millennial, la Gen X, coloro con un’istruzione superiore e un reddito più alto, a livello internazionale, negli ultimi due anni questa è cresciuta maggiormente tra le fasce di popolazione meno tutelate dal punto di vista economico e sociale:

  • Le donne (+4% sul 2018), la Gen Z (+3%) coloro che hanno un basso livello d’istruzione (+7%) e un basso reddito (+9%).
  • Allo stesso tempo, però, non a tutti sono concesse le medesime condizioni di partenza. Le più svantaggiate sono le donne, i cittadini appartenenti a gruppi LGBTQ e le persone con disabilità.
  • Gli ostacoli alla libera attività imprenditoriale non sono però solo di natura sociale ma anche strutturale ed economica. La mancanza di finanziamenti rappresenta la principale barriera all’avvio di un’attività imprenditoriale per il 41% degli intervistati. Inoltre, i governi, così come il settore finanziario e bancario, sono percepiti come interlocutori poco attivi nel sostenere i cittadini e le loro aspirazioni da imprenditori.
  • Infine, dal report emerge come esperienza imprenditoriale e spirito imprenditoriale siano fortemente correlati: coloro che hanno già avuto esperienze di business sono più portati al rischio e alla libera iniziativa. 

Per maggiori informazioni, leggi l'articolo della rubrica SDA Bocconi Insight. 

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