Giornata Mondiale della Terra 2024: cambiamento climatico, cresce l'apatia verso l'immobilismo dei Governi

Earth Day 2024: come sta cambiando l’atteggiamento nei confronti del cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico è un problema così grande che in molti pensano di non poter fare la differenza. È quanto emerge dall’indagine condotta da Ipsos in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2024, che rivela un sentimento di impotenza e disillusione sempre più diffuso nei confronti della lotta alla crisi climatica

Secondo l’indagine, che ha coinvolto 33 Paesi tra cui l'Italia, la fiducia nei piani governativi per affrontare il cambiamento climatico è in caduta libera dal 2022. Infatti, il 63% degli intervistati a livello globale e il 66% degli italiani ritiene che i propri governi dovrebbero fare di più per contrastare il cambiamento climatico.

Giornata della Terra 2024, che cos'è e perché si celebra il 22 aprile?

L’Earth Day, o Giornata della Terra è la più ampia e nota manifestazione ambientale a livello globale, un'occasione per celebrare il nostro pianeta e promuoverne la sua salvaguardia e alla quale, il 22 aprile di ogni anno, aderiscono circa 192 Paesi. 

La Giornata della Terra è stata voluta in primis da John Fitzgerald Kennedy nel 1962 e in seguito sostenuta da un appello del senatore democratico Gaylord Nelson che, nel 1970, promosse la manifestazione che diede i natali al primo movimento universitario legato alle tematiche ambientali. 

Oggi, l'Earth Day rappresenta un momento educativo e informativo, che ha come fine ultimo l'aumento della consapevolezza sulle problematiche ambientali: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili.


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Earth Day 2024: i giovani sono i più scoraggiati 

Secondo l'indagine Ipsos, un terzo dei giovani si sente inerme di fronte al cambiamento climatico, con i Millennials e i ragazzi della GenZ che ritengono sia ormai troppo tardi per agire - rispettivamente il 32% e il 30%

A questa sensazione di impotenza si somma una scarsa comprensione di quali azioni individuali potrebbero avere un impatto maggiore sull'ambiente. Nonostante un miglioramento generale della consapevolezza, le persone continuano a fare errori nel valutare le azioni domestiche che hanno il maggiore impatto sulla riduzione delle emissioni di carbonio

Le persone tendono a sovrastimare l'efficacia di azioni a basso impatto, come il riciclo. Ad esempio, per molto tempo si è creduto che riciclare le bottiglie di plastica avesse un impatto molto grande, ma recenti studi e notizie hanno messo in dubbio la validità di questa convinzione.

L'abbandono dei combustibili fossili e la transizione alle energie rinnovabili

L’allontanamento dai combustibili fossili è un altro tema critico confermato dalla ricerca Ipsos. I timori per il costo della vita nei Paesi sviluppati potrebbero ostacolare la transizione alle energie rinnovabili. Infatti, sebbene in molti vedano l'importanza di abbandonare i combustibili fossili per combattere la crisi climatica, le preoccupazioni più ampie in alcuni Paesi potrebbero rallentare la transizione. 

In media, in 33 Paesi, due su tre pensano che il passaggio alle energie rinnovabili avrà un impatto positivo sulla qualità dell'aria (65%), sulla natura (63%) e sulla lotta al cambiamento climatico (63%). Tuttavia, questo dato nasconde differenze di atteggiamento a livello nazionale. L'Italia ad esempio appare più scettica, con percentuali rispettivamente del 58%, 52% e 53%

Nonostante i tassi di inflazione siano in calo a livello globale, la convinzione che la transizione dai combustibili fossili possa avere un impatto negativo sul costo della vita rimane forte, con il 29% a livello globale, il 37% nei Paesi del G7, e punte del 47% in Germania e del 42% in Canada.

Per rendere la transizione più facile ed economica, l'indagine Ipsos suggerisce che incentivi finanziari e accesso alle informazioni potrebbero spingere le persone a fare di più per il clima. Queste sono le principali motivazioni sia a livello globale (39% e 37%), che in Italia (42% e 29%), seguite dal fatto di vedere direttamente le conseguenze di disastri ambientali nel proprio Paese (35% a livello globale e 27% in Italia).

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Ipsos | Earth day | Sustainability | Climate change

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