Ipsos Equalities Index 2025: richiesti più sforzi per l'uguaglianza, ma si indebolisce il sostegno

La terza edizione del nostro Equalities Index, condotto in 31 paesi, rivela che il 43% chiede maggiori sforzi per promuovere l'uguaglianza, mentre solo il 21% ritiene si sia già fatto troppo - un divario che si è però ridotto rispetto al 2023.

L’esito delle elezioni presidenziali americane del 2024 ha segnato un cambiamento nel clima politico mondiale, influenzando il dibattito su molte questioni sociali e il modo in cui vengono elaborate le politiche su uguaglianza, diversità e inclusione. L'Ipsos Equalities Index, pubblicato dal 2023, mostra nella sua terza edizione come e dove l'opinione pubblica stia cambiando in risposta a questi eventi - e dove invece rimane stabile. 

I principali risultati dell’indagine

  • Metà della popolazione intervistata (50%) considera le disuguaglianze uno dei problemi più importanti del proprio paese.
  • Il 42% degli intervistati è convinto che le possibilità di successo nella vita dipendano dai propri meriti personali, mentre il 30% le attribuisce a fattori esterni non controllabili. Questi dati sono rimasti praticamente invariati dal 2023, ma emergono segnali di una crescente divergenza tra le opinioni delle generazioni più anziane e quelle più giovani.
  • Il 43% ritiene necessario intensificare gli sforzi per promuovere l'uguaglianza - più del doppio di chi pensa si stia esagerando (21%). Tuttavia, il divario si è ridotto rispetto al 2023, quando il 49% chiedeva più azione e solo il 19% riteneva si fosse andati troppo oltre.
  • Rispetto ad altri paesi, gli americani sono molto meno propensi a ritenere il governo responsabile della lotta alle disuguaglianze (48% contro il 65% della media globale) e privilegiano invece la responsabilità individuale (34% contro il 20% globale). Anche i sostenitori democratici, pur essendo più vicini alle posizioni internazionali, superano di 10 punti la media globale nell'attribuire ai singoli cittadini la responsabilità di affrontare le disuguaglianze.
  • Nonostante gli Stati Uniti presentino livelli di disuguaglianza superiori ad altre economie avanzate, solo quattro americani su dieci la considerano una priorità nazionale.
  • La Generazione Z ha circa sei volte più probabilità dei Baby Boomer di dichiarare di avere una disabilità cognitiva o di apprendimento, e tre volte più probabilità di identificarsi come neurodivergenti.
  • Le opinioni su quali gruppi subiscano discriminazioni sono rimaste sostanzialmente stabili negli ultimi due anni, anche se si nota un leggero calo nella percentuale di chi ritiene che le persone LGBT+ siano vittime di discriminazione.

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