I sondaggi politici di Pagnoncelli: Fratelli d’Italia primo partito delle elezioni politiche 2022, ma l’astensione è stata la più alta di sempre

Con un’affluenza pari a circa il 64%, le elezioni politiche 2022 si classificano come le elezioni meno partecipate nella storia repubblicana. Quali sono le principali cause dell’astensionismo? Ce lo spiega Nando Pagnoncelli -Presidente, Ipsos- nell’ultimo articolo pubblicato su Il Corriere della Sera.

Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni è il primo partito, ma nelle elezioni politiche 2022 c’è un ulteriore aspetto da considerare: il nuovo clamoroso record di astensione che ha raggiunto circa il 37%. Domenica 25 settembre oltre 16,5 milioni di italiani non hanno votato, un dato in crescita di 9 punti rispetto al 2018 con oltre 4 milioni di astensionisti in più.

Con un’affluenza pari a circa il 64%, le elezioni politiche 2022 si classificano come le elezioni meno partecipate nella storia repubblicana. Ma quali sono state le principali cause dell’astensionismo? Ce lo spiega Nando Pagnoncelli -Presidente, Ipsos- nell’ultimo articolo pubblicato su Il Corriere della Sera.


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Elezioni politiche 2022, astensionismo: registrata la più bassa affluenza della storia repubblicana

Le elezioni politiche 2022 si sono concluse: la coalizione di destra ha raggiunto la maggioranza assoluta in entrambe le Camere e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni è il primo partito, con il 26% dei consensi. Al contempo l'astensionismo delle elezioni 2022 è stato elevato, registrando l'affluenza più bassa di sempre.

Da tempo l’astensionismo viene definito dai media «il primo partito del Paese» e ciò è innegabile da un punto di vista numerico, ma attribuire la diserzione delle urne prevalentemente alla protesta nei confronti della politica appare riduttivo perché le ragioni sono molteplici e variegate.

Nel libro bianco sull’astensionismo si analizzano le diverse cause della rinuncia al voto e si avanzano proposte per contenerla. Il libro bianco fa luce soprattutto sul fenomeno dell’astensionismo involontario, rappresentato dalle persone che hanno difficoltà di mobilità (4,2 milioni al di sopra dei 65 anni, di cui 2,8 milioni con gravi difficoltà di movimento) e da i fuori sede, coloro che per ragioni di lavoro o di studio nel giorno del voto si trovano lontani dal Comune di residenza (4,9 milioni di elettori).

Si tratti di un problema destinato ad aumentare, tenuto conto delle tendenze demografiche (aumento della componente anziana sul totale degli elettori), nonché delle dinamiche sociali che da tempo evidenziano una crescente mobilità dei cittadini.

Astensionismo elezioni 2022: i tre fattori principali

Le ricerche sociali e i sondaggi politici, invece, si concentrano principalmente sull’astensionismo volontario che varia da elezione a elezione e può dipendere da almeno tre fattori:

  • le precarie condizioni economiche e la marginalità sociale delle persone che versano in queste condizioni (disoccupati, lavoratori esecutivi, ceti produttivi in forte difficoltà, cittadini meno abbienti che vivono in povertà assoluta o al di sotto della soglia di povertà relativa) e non si sentono rappresentate da nessuno, sono sfiduciate e si autoescludono.
  • Il pronostico del risultato elettorale: spesso, infatti, una parte degli elettori rassegnati alla sconfitta del proprio partito o coalizione si mostra poco motivata ad andare a votare, convinta dell’inutilità del proprio voto, determinando in tal modo una sorta di astensionismo asimmetrico che penalizza ulteriormente le forze politiche destinate alla sconfitta.
  • la crescente distanza di molti cittadini dalla politica: quest’ultima, da un lato, rappresenta sempre più un mero frammento dell’identità individuale e, dall’altro, ha alimentato sentimenti di disillusione e sfiducia che sono la risultante della serie ininterrotta di aspettative disattese.

A proposito di quest’ultimo fattore, basti pensare che in Italia dal 1994 in poi abbiamo sperimentato qualsiasi formula di Governo, di centrodestra, di centrosinistra, di soli “tecnici”, di larghe intese e quelli guidati da leader o forze politiche che si sono affermati all’insegna del cambiamento.

Ebbene, nessuna maggioranza di Governo è uscita vincitrice alle elezioni successive e la maggior parte dei leader politici ha beneficiato di una iniziale fase di fascinazione seguita, invariabilmente, da un crollo della popolarità. La delusione ha quindi contribuito ad ingrossare le fila dell’astensione ma anche, tra coloro che votano, a ricercare costantemente il nuovo.


Per saperne di più, leggi l'articolo del Corriere della Sera


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