Covid, un anno dopo: il ritorno alla normalità e gli effetti sulla salute mentale
L'ultimo sondaggio internazionale condotto da Ipsos per il World Economic Forum ha indagato le percezioni relative al ritorno alla normalità pre-Covid e agli effetti che il Coronavirus ha avuto sulla propria salute mentale ed emotiva.
Il Coronavirus è entrato a far parte della nostra vita quotidiana da ormai più di anno, mutando drasticamente tutti i nostri comportamenti e atteggiamenti. I cittadini italiani convivono da diversi mesi con nuovi Dpcm, la mappa dei colori delle Regioni, relative restrizioni e il proseguimento della campagna vaccinale. Ora, ci chiediamo quali sono le possibili ipotesi di riaperture e coprifuoco relative al mese di maggio, ma soprattutto ci chiediamo: quando torneremo alla normalità?
Dal recente sondaggio di Ipsos, condotto per il World Economic Forum, emerge che - nei 30 Paesi esaminati - il 59% degli intervistati si aspetta di poter tornare a qualcosa di simile alla sua normale vita pre-Covid entro i prossimi 12 mesi. Inoltre, il 45% degli intervistati afferma che la propria salute mentale ed emotiva sia peggiorata dall'inizio della pandemia.
Leggi anche i risultati del precedente sondaggio Ipsos condotto per il World Economic Forum.
Quando torneremo alla normalità?
Il sondaggio Ipsos, condotto per il World Economic Forum, rivela che - nei 30 Paesi esaminati - il 59% degli intervistati si aspetta di tornare alla normalità pre-Covid entro i prossimi 12 mesi. In questa percentuale è compreso: il 6% che ritiene sia già così, il 9% che non ci vorranno più di tre mesi, il 13% da quattro a sei mesi e il 32% da sette a 12 mesi. Soltanto una persona su cinque (10%) afferma che per ritornare alla normalità e alla propria routine ci vorranno più di tre anni (10%) e l'8% ritiene che ciò non accadrà mai. Le opinioni su quando aspettarsi un ritorno alla normalità variano ampiamente tra i vari Paesi:
- Più del 70% degli intervistati in Arabia Saudita, Russia, India e Cina Continentale sono sicuri che la propria vita tornerà alla normalità pre-Covid entro un anno.
- Al contrario, l'80% degli intervistati in Giappone e più della metà in Francia, Italia, Corea del Sud e Spagna si aspettano che ci vorrà più tempo.
- In particolare, in Italia, il 46% dei cittadini ritiene che il ritorno alla normalità pre-Covid sia auspicabile entro 12 mesi. Invece, la maggioranza - pari al 53% afferma che ci sia bisogno di molto più tempo.
Il ritorno alla normalità pre-Covid e il contenimento della pandemia
Le aspettative relative a quanto tempo sia necessario affinché la pandemia possa essere contenuta, sono molto simili a quelle in merito al ritorno alla normalità pre-Covid. Infatti, il 58% degli intervistati ritiene che la pandemia da Coronavirus sia contenuta entro il prossimo anno. In questa percentuale è compreso: il 13% che ritiene sia già avvenuto o avverrà entro 3 mesi, il 13% tra quattro e sei mesi e il 32% tra sette e 12 mesi.
- La maggioranza degli intervistati in India, Cina Continentale e Arabia Saudita ritiene che la pandemia sia già contenuta o lo sarà entro i prossimi 6 mesi.
- Al contrario, quattro persone su cinque in Giappone e più della metà in Australia, Francia, Polonia, Spagna e Svezia prevedono che ci vorrà più di un anno.
- In Italia, il 57% dei cittadini ritiene che la pandemia da Coronavirus sia contenuta entro 12 mesi. Per il 43%, invece, c'è bisogno di più tempo.
In linea generale, questi dati suggeriscono che - a livello internazionale - le persone considerano il ritorno alla propria vita pre-Covid dipendente dai tempi che occorrono per contenere il virus.
Salute mentale e stabilità emotiva: gli effetti del Covid
Nei 30 Paesi esaminati, il 45% degli intervistati afferma che la propria salute mentale e stabilità emotiva sia peggiorata dall'inizio della pandemia un anno fa, infatti, soltanto il 16% ritiene che la propria salute mentale sia migliorata nel corso dell'ultimo anno.
- In 11 Paesi, almeno la metà degli intervistati riferisce un peggioramento della propria salute mentale e stabilità emotiva, con la Turchia (61%), il Cile (56%) e l'Ungheria (56%) che mostrano le percentuali maggiori.
- Soltanto nella Cina Continentale, in India e in Arabia Saudita un numero maggiore di intervistati riferisce un miglioramento della propria salute mentale e stabilità emotiva piuttosto che un declino.
- L'Italia rientra tra i Paesi in cui i cittadini hanno subito maggiormente le conseguenze del Covid sulla salute mentale e stabilità emotiva. Più della metà (54%) dichiara che ci sia stato un peggioramento e soltanto l'8% un miglioramento.
Anche considerando i primi mesi del 2021, gli intervistati sono più propensi ad affermare che la propria salute mentale ed emotiva sia peggiorata (27%) piuttosto che migliorata (23%).
- Le persone in Cina e in India sono le più propense ad affermare che, dall'inizio del 2021, la propria salute mentale ed emotiva sia migliorata.
- Al contrario, in Ungheria, Francia e Italia, si registra una percentuale più elevata di persone che affermano che la propria salute mentale ed emotiva non sia migliorata dall'inizio del 2021.
Per maggiori informazioni leggi anche l'articolo del World Economic Forum.