Giornata della Terra 2021: qual è il piano per la lotta al cambiamento climatico?
In occasione della Giornata della Terra 2021, Ipsos ha condotto un sondaggio internazionale al fine di comprendere le opinioni delle persone in relazione al cambiamento climatico.
Oggi si celebra la Giornata della Terra 2021 e Ipsos ha condotto un sondaggio internazionale – in 30 Paesi – mostrando che, in media, soltanto il 31% delle persone crede che il proprio Paese abbia un piano chiaro su come il Governo, le imprese e i singoli individui dovrebbero lavorare insieme per affrontare il cambiamento climatico.
Il 2021 è un "super anno" per la politica ambientale internazionale, con importanti accordi in corso su temi quali il clima, la biodiversità, il cibo e gli oceani. Eppure, nonostante l'elevato interesse e la crescente preoccupazione per l'ambiente, la scarsa consapevolezza dei cittadini in merito ai piani per la lotta al cambiamento climatico suggerisce che potrebbero essere più efficacemente inclusi e coinvolti per essere parte della soluzione.
Cambiamento climatico: il ruolo di Governi, aziende e individui
In occasione della Giornata della Terra 2021, il sondaggio internazionale condotto da Ipsos rivela che soltanto il 31% degli intervistati crede che il proprio Paese abbia un piano chiaro su come il Governo, le imprese e i singoli individui dovrebbero lavorare insieme per affrontare il cambiamento climatico. Invece, il 34% non è d'accordo.
- Questa media si abbassa ancor di più in Italia, in cui soltanto il 27% dei cittadini ritiene che ci sia un piano chiaro su come il Governo, le imprese e i singoli individui dovrebbero lavorare insieme per affrontare il cambiamento climatico.
Gli intervistati percepiscono che la lotta al cambiamento climatico sia una responsabilità condivisa, in cui i Governi, le imprese e i singoli individui dovrebbero offrire il proprio contributo lavorando in sinergia. Infatti:
- Il 72% degli intervistati afferma che i singoli individui dovrebbero agire ora per combattere il cambiamento climatico e salvaguardare le future generazioni. Ciò è condiviso dal 73% degli italiani.
- Il 68% degli intervistati afferma che le imprese dovrebbero agire ora per combattere il cambiamento climatico al fine di non deludere i propri dipendenti e clienti. Ciò è condiviso dal 61% degli italiani.
- Il 65% degli intervistati afferma che il proprio Governo dovrebbe agire ora per combattere il cambiamento climatico al fine di non deludere i cittadini. Ciò è condiviso dal 64% degli italiani.
Il cambiamento climatico e il Coronavirus
Dal sondaggio Ipsos condotto nel 2020 è emerso che circa due terzi dei cittadini di tutto il mondo riteneva che il cambiamento climatico fosse una crisi tanto grave quanto il Coronavirus, enfatizzando il concetto di dare la priorità ai cambiamenti climatici nel piano di ripresa economica.
A distanza di un anno, cosa è cambiato?
Le opinioni sono divise sul fatto che affrontare il problema del cambiamento climatico debba essere una priorità nella ripresa economica post Covid-19. In media, il 35% degli intervistati ritiene che il cambiamento climatico debba essere una priorità, mentre il 36% non è d’accordo.
- In Italia, il 39% degli intervistati ritiene che il problema del cambiamento climatico debba essere una priorità. Soprattutto i più giovani sono estremamente preoccupati per il cambiamento climatico, anche in misura maggiore rispetto alla media europea.
In generale, i sondaggi Ipsos - condotti durante la pandemia - hanno dimostrato che l'opinione pubblica è ancora molto attenta ai temi della sostenibilità e si aspetta una presa di posizione da parte delle organizzazioni. Ci sono prove che i comportamenti delle persone siano cambiati a causa della pandemia ed è plausibile aspettarsi che molti di questi cambiamenti rimarranno anche nel post-pandemia, ma gli intervistati non si aspettano di tornare ad assumere comportamenti meno sostenibili quando le restrizioni imposte dalla diffusione del Coronavirus saranno rimosse. Ad esempio:
- A livello internazionale e italiano, il 39% degli intervistati afferma di fare di più per evitare gli sprechi alimentari. Circa un terzo si aspetta di utilizzare mezzi di spostamento differenti dall’auto e un’altra percentuale simile prevede di comprare soltanto ciò di cui ha bisogno realmente.
Il 2021 sarà l'anno dell'azione di massa per la lotta al cambiamento climatico?
Nonostante il 2021 sia un "super anno" per l'azione politica sul clima, non ci sono prove che dimostrano l’effettivo impegno da parte degli intervistati di accelerare la propria azione per contrastare il cambiamento climatico rispetto agli anni precedenti. Infatti, la percentuale di coloro che ritengono di star già prendendo tutte le misure possibili è simile a quella registrata durante il periodo pre Covid-19 all'inizio del 2020.
Il 69% degli intervistati è d’accordo con questa affermazione: “Capisco quale azione devo intraprendere per svolgere il mio ruolo nell'affrontare il cambiamento climatico". Eppure, l’ultimo studio di Ipsos "Perils of Perception" mette inevidenza la diffusione di molte percezioni errate. In tutti i Paesi, le persone - in media - sottovalutano le azioni più efficaci per combattere il cambiamento climatico e tendono a sopravvalutare quelle meno impattanti. Ad esempio:
- Secondo le percezioni degli intervistati, le tre azioni più efficaci che un individuo potrebbe intraprendere per ridurre le emissioni di gas a effetto serra sono: riciclare il più possibile (59%), comprare energia da fonti rinnovabili (49%) e sostituire un'auto tipica con un veicolo elettrico o ibrido (41%). In realtà, ci sono altre azioni valutate come più efficaci per la lotta al cambiamento climatico come non avere un’automobile oppure evitare un volo di lunga distanza.
- Gli intervistati mostrano una minor intenzione di cambiamento su azioni ambientali ad alto impatto come i cambiamenti nella dieta (il 39% afferma che probabilmente ridurrà il consumo di latticini, rispetto al 44% che lo definisce improbabile) ed evitare i voli (il 45% afferma che probabilmente lo farà nel prossimo anno.